A Roma aggiungi un posto a Tabilo
A Roma è tempo di semifinali. Il torneo dalla formula giornaliera allungata sta giungendo al termine, ma sicuramente non come tutti si aspettavano. I big sono già tutti a Parigi (qualcuno direttamente a casa propria) e nel site romano i nomi sono di quelli che rimangono un po’ una sorpresa.
Tra i primi a scoprire Alejandro Tabilo c’è il veneziano Matteo Viola, best ranking numero 118 al mondo, il primo italiano a sfidarlo in un match che non fosse un future o un challenger. Sono passati ormai quattro anni da quell’Australian Open (l’ultimo per Matteo): terzo turno delle qualificazioni, per Viola la possibilità di tornare in un main draw di uno Slam o per Tabilo quello di farsi largo tra i big. Il giovane cileno, che ancora non lo si conosceva bene, in campo fece intravedere già allora quale futuro gli può riservare il tennis.
È Viola stesso che ci raccontò, in tempi non sospetti: “Si capiva benissimo che era in trampolino di lancio. Io ero un po’ scarico per le fatiche dei giorni precedenti ma ricordo molto bene non mi ha dato nessuna possibilità di entrare in partita”.
Così come il cileno ha fatto in questi giorni: partite accesissime, senza dare alcuna possibilità a suoi avversari di poterlo aggirare. Nonostante venga da un periodo buio Tabilo, in cui il rapporto decennale col suo ex allenatore è andato ad infrangersi. Ma ora Alejandro ha trovato una nuova strada con un altro Coach e ha ritrovato fiducia.
Il tennis è uno sport imprevedibile, bello ed anche fastidioso al tempo stesso. “Ci vuole anche una buona dose di fortuna. Nella mia carriera un paio di palle dentro o fuori avrebbero potuto cambiare tante cose.” A Tabilo la vittoria su uno spento Djokovic lo ha lanciato in semifinale al master 1000 di Roma.
Il torneo degli outsider. Il suo compagno cileno Jarry gli fa compagnia tra sassate e rimonte (contro Tsitsipas e Napolitano) e poi c’è un raggiante Tommy Paul.
Dobbiamo abituarci d’ora in avanti, tra infortuni e poca costanza di rendimento: le sorprese saranno l’ordine del giorno. Fuori Tsitsipas per opera di Jarry nei quarti di finale, fuori Hurkacz e prima ancora Medvedev ad opera di Paul.
Tra i quattro semifinalisti c’è però almeno un re di Roma, il tedesco Zverev. Il quale, non volendo essere da meno, ha provato ad auto eliminarsi cadendo rovinosamente a terra contro Fritz. Ma si è rialzato mezzo sanguinolento ed ora è diventato il favorito.
C’è da dire che l’essere favoriti non è certo un vantaggio nell’edizione 2024 del master romano.