Il ritorno sul parquet di Andrea Fortunati in maglia Virtus Basket Terni – l’intervista
Classe ’94, originario di Todi, altissimo nei suoi 194 cm. Qualunque persona che gravita nell’ambiente cestistico umbro ha individuato di chi si sta parlando già dalle prime due caratteristiche.
Andrea Fortunati, punta di diamante della Virtus Basket Terni in questa stagione, è finalmente tornato a calcare i campi da basket in maglia nerobianca. Dopo un lunghissimo periodo lontano dagli spogliatoi, è di nuovo possibile veder giocare il gigante tuderte nel posto che più gli si confà: il parquet con le retine.
Non solo! Ma per la problematica più volte rimarcata dell’indisponibilità del PalaLiti di Acquasparta, Andrea tornerà a giocare in casa sul campo di casa vero e proprio: il Palasport di Todi ‘Mario Angeli Coarelli’, che ha un significato ben più ampio del nome, ma andiamo per gradi.
UN PO’ DI ANDREA
Fortunati non è mai stato estraneo dalla palla a spicchi. Ha cominciato a giocare a basket all’età di quattro anni, forse anche prima di aver imparato a scrivere nonostante la mamma insegnante di italiano alle elementari (la fortissima Maestra Titti, ndr). Ma non solo per la sua altezza, tratto caratteristico della sua famiglia, ma già per passione. Da allora non si è mai allontanato dai palazzetti. Andrea ha sempre avuto esempi cestistici molto vicini a lui, a partire dal fratellone Claudio, per passare ai suoi adoratissimi zii, Pio e Mario, due pilastri storici della pallacanestro tuderte per altezza e trascorsi. Mario difatti era stato addirittura chiamato a disputare la Serie A nelle file del Perugia.
Con il passare degli anni Andrea si è trovato a crescere a Siena, nell’ambiente della Mens Sana, che tempi addietro si poteva ben definire una tra le migliori piazze cestistiche d’Italia. Una chiamata nel vivaio della squadra di serie A che è stato motivo d’orgoglio ed emozione per molti. Dopodiché Andrea ha militato nel Perugia Basket, nel Todi Basket (allora in C2), Nestor Marsciano, Assisi Basket e Atomika Spoleto (tutte in serie D). Fino ad arrivare allo stop, che per lui è durato a lungo, poco meno di cinque anni.
LA SECONDA PRIMA VOLTA IN CAMPO
“Il profumo del parquet, della palestra quello che dà l’emozione vera…il pallone…il tatto, oltre all’olfatto; insomma, tutti e cinque i sensi sprigionano delle emozioni veramente forti.” ha uno sguardo sognante Fortunati mentre lo dice. Il suo rientro in campo è stato segnato da una vittoria, quella contro Ellera, in cui Andrea ha giocato non con un grandissimo minutaggio (meglio non partire a razzo!), ma con una passione assolutamente tangibile, anche dagli spalti.
Il primo quarto di quella partita, nonostante il vantaggio di Terni, vedeva una buona resistenza perugina: serviva qualcosa per smuovere quell’equilibrio. È stato in quel frangente che l’arbitro ha dato l’ok per il cambio, facendo entrare in campo il gigante Virtus col numero 7. Fortunati calca di nuovo il parquet in via ufficiale dopo il lunghissimo periodo di stop e allo scadere dei primi 10 minuti alza una parabola che è pura poesia. Un momento nitido, sembrano tutti immobili i nerobianchi, nel seguire la traiettoria. La tripla di sola retìna entrata proprio allo scadere. Sembra una pellicola più che un momento estemporaneo. Ciof, sirena: Andrea alza gli occhi al cielo, lo punta con la mano.
I compagni vanno in delirio, esultano come se la partita fosse conclusa in quel momento, come se quel canestro fosse stato fatto da ognuno di loro, come se il riscatto dopo lo stop di cinque anni fosse stato il proprio. Lo abbracciano, correndogli addosso anche dalla panchina, ma è Andrea stesso a riportare tutti a lato del campo dicendo: “Oh ragà forza, ancora non è finita!” per non sprecare quei secondi importanti per il time out tra i quarti di gioco.
FORTUNATI È RITORNATO
“Andrea sta giocando?! Ma ci aveva detto che avrebbe fatto solo panchina!” commenta via messaggio durante la gara la sorella Giovanna, premurosamente preoccupata per il fratellino più piccolo, probabilmente il più coccolato della famiglia.
Andrea in casa è il minore, ma in squadra con i compagni più giovani è proprio un fratello maggiore. Parla molto, in difesa e in attacco: dà consigli, segnala gli spostamenti avversari, dirige il gioco come lui stesso vedeva fare dai compagni più esperti. Come facevano i ‘grandi’ della C2 a Todi.
Il numero 7 virtussino ha sancito il suo “secondo esordio” con un esiguo minutaggio sfruttato al massimo in difesa e con una tripla dal sapore decisamente intenso e particolare.
“Cinque anni fa pensavo fosse un addio ed invece ora è una ripartenza. Quel canestro e questo nuovo inizio li dedico ad una persona a me tanto cara e che non c’è più.” Andrea è molto emozionato, non dice altro, ma lascia trasparire anche felicità.
Nella sua seconda partita in campo, quella in trasferta a Contigliano, ha avuto molto più minutaggio decretandosi miglior realizzatore Virtus con ben 20 punti a referto.
Ora invece è il momento di esordire nel campo di casa con la prima partita interna della Virtus, che destino vuole si disputerà proprio a Todi, proprio nel Palasport Mario Angeli Coarelli.
‘Sembrava un addio, ma è una ripartenza’: e da dove meglio ripartire se non dalle proprie radici, dalle proprie motivazioni, dagli affetti per avere ancor più quella spinta che serve per continuare sempre al meglio.
Ad Andrea vanno i migliori auguri da Rdosport per questo secondo inizio, all’insegna dei valori del basket per poter emozionare ancora di più.