Fasano cala il poker. Quarto scudetto per i pugliesi contro un Sassari mai domo
Un mare di emozioni la finale scudetto tra Fasano e Sassari. La stagione della pallamano italiana va in archivio con il titolo numero 4 dei pugliesi e la prima volta come finalista per i sardi. Dopo il pareggio di giovedì nella serie scudetto di Fasano in molti si aspettavano una passeggiata per i padroni di casa nella “bella”. Ed invece così non è stato.
Il pubblico ha aiutato molto i propri beniamini nel raggiungere questo meritato traguardo in una palestra che, non si può non rimarcare, inadatta per ospitare un evento così importante, ma che al tempo stesso trasmette emozioni infinite d’altri tempi. Tanto colore e passione nel tifo locale organizzato con tamburi che suonano ininterrottamente, ma che i ragazzi di Sassari non temono.
Infatti rispetto alla gara precedente non c’è lo stesso atteggiamento sassarese, ma una buona aggressività e concentrazione, che porta, a poche manciate di secondi dalla fine del primo tempo, il punteggio a 14 pari.
Umberto Bronzo tira a colpo sicuro con la porta vuota ma il lancio viene neutralizzato da un difensore fasanese. Il primo tempo si ferma col minimo vantaggio fasanese, 15-14.
E se nelle gare precedenti è stato Nardin a punire dal dischetto dei rigori, in gara3 ci pensa Pablo Cantore a prendersi questo ruolo. Il secondo tempo, è il tempo di questo ragazzo che ne segna uno dietro l’altro.
I fasanesi placcati dalla difesa di Malandrin (che vendica il compagno Bronzo acciuffando al volo un lancio lungo del Fasano), Brzic e Aldini non si fanno intimorire e riescono sempre a trovare lo spiraglio tra questi e gli allunghi di Sampaolo che poco può fare sotto i colpi del gigante Östling.
Sassari non riesce a portarsi in vantaggio, non lo fa in questa ghiotta occasione e non riuscirà a farlo mai in questa finale. Una doppia superiorità in gioco da respiro alla Raimond che era stata sotto ma sempre a ridosso degli avversari fin dall’inizio. Una gara incerta ed equilibrata, tutt’altra storia rispetto a gara 2.
“Ci siamo parlati tanto in questi due giorni, abbiamo capito come dovevamo giocare. Peccato, ho sbagliato io alcune palle importanti e mi dispiace moltissimo. Fa troppo male. Fa troppo male.” – Bronzo alla sua ultima con la maglia della Raimond a fine match non si da pace, nonostante il titolo consegnatogli dal CT nazionale Trillini come miglior giocatore sardo.
Un’occasione mancata per un soffio dopo un girone di ritorno pazzesco e la vittoria in semifinale con Bressanone. Sassari ha legittimato il suo essere arrivata in finale con una prova all’altezza ed esce a testa altissima da Fasano. E rende ancora più bella la vittoria dei pugliesi. Che un po’ di paura avevano ben cominciato a sentirla.
“Con un pubblico così non si può non gettare il cuore oltre l’ostacolo” il portiere Alessandro Leban è stato tra i grandi artefici di questo scudetto. Un ragazzo bolognese classe 98 che ha fatto il suo salto di qualità in questa stagione dopo aver giocato a Siena e anche proprio Sassari – ma non da primo attore.
“Mi avevano raccontato di cosa voleva dire giocare a Fasano ma finché non lo provi non lo puoi capire. Mi sono trovato accolto in una grande famiglia. Il tecnico Vito (Fovio, ndr, ex portierone del Fasano) mi ha aiutato tantissimo ed eccomi campione d’Italia. Quasi da non credere. Sicuramente da festeggiare e da dedicare ai miei nonni che non hanno potuto essere qui” parla con un gran sorriso Leban.
Sassari resta in partita fino a pochi minuti dalla fine, sempre a -1, -2, manca solo la zampata finale. E sicuramente la panchina corta non aiuta, anche se merita un gran plauso il giovane pivot Aldini che ha lottato da vero leone.
Al fischio dell’arbitro inizia la festa del Fasano con la Raimond sconfitta che se ne sta in un angolo a leccarsi le ferite. Ci vorrà del tempo per digerire questa amarezza e trasformarla in voglia di rivincita. Tutta esperienza da mettersi in tasca per il futuro.
Andrea Giordo lo ha già detto: “il sogno continua ed il progetto Raimond va avanti. Non è facile costruire una squadra da scudetto ma siamo già arrivati fino a qui in soli 6 anni di storia. Ecco, anche qua sta la differenza, di abitudine a lottare a certi livelli.” Fasano difatti ha giocato la finale scudetto anche lo scorso anno perdendo contro Conversano.
Uno scudetto voluto e cercato da lontano. La coppa consegnata dal presidente federale Pasquale Loria diventa la coppa dei tifosi: tutti ma proprio tutti cercano una foto per immortalare il momento o di baciarla come fosse un oggetto santo.
Qualche lacrima in più per gli svedesi Albin Jarlstam ed Erik Östling, dati per sicuro in partenza verso altri lidi in cerca di nuove esperienze. Sono loro i giocatori che hanno dato la marcia in più a questa squadra che ad inizio campionato era affidata al buon Francesco Ancona, tornato in palestra anch’egli per tifare i ragazzi bianco blu.
Dopo il cambio in corsa con Fovio, Ancona ha chiuso la stagione anche lui da vincitore con lo scudetto femminile conquistato a Salerno, “Una finale contro Erice assolutamente per niente scontata” ci ha detto con il sorriso prima del fischio d’inizio. “Ma tanto cuore è comunque qui a Fasano.”
Insomma (quasi) tutti felici e contenti. Ma in ogni partita c’è chi vince e chi perde. Un grande applauso a Fasano, al suo presidente bravo ad assemblare l’ambiente, ed una grande pacca sulla spalla a Sassari.
La medaglia al collo e la targa consegnata al capitano Matteo Bomboi sono qualcosa di cui andare fieri ed orgogliosi questa giovane realtà sarda che si è dimostrata all’altezza di competere con chi di storia ne ha parecchia da raccontare dietro ai propri 4 scudetti.
SIDEA GROUP JUNIOR FASANO – RAIMOND HANDBALL SASSARI 35-32 (15-14 p.t.)
Sidea Group Junior Fasano: Sibilio, Angiolini 3, Sperti, Pugliese 10, Leban 1, Notarangelo 1, Messina, Boggia, Cantore 10, Vinci, Beharevic, Petrovski 1, Ostling 5, Corcione 1, Jarlstam 3. All.: Vito Fovio.
Raimond Handball Sassari: Spanu, Aldini 1, Nardin 6, Mura, Malandrin de Oliveira 2, Bronzo 7, Delogu, Halilkovic 1, Bomboi, Pintori, Sampaolo, Grbavac 2, Hamouda 7, Brzic 6. All.: Francisco Javier “Zupo” Equisoain Azanza.
Arbitri: Dionisi-Maccarone.