Tra Casteddu e Verde Isola: al cuor Grosso non si comanda
“Tutto iniziò quando il portiere non si presentò ad un allenamento ed il mister mi chiese di sostituirlo.” Antonio Grosso, attuale ultimo uomo della Verde Isola di Carloforte si racconta a Rdosport, durante la pausa del campionato di prima divisione con la sua squadra al comando dopo il girone d’andata.
“Avevo 12 anni e giocavo nel ruolo di difensore centrale con il Carloforte. Da quel momento non mi sono però più tolto i guanti.” Grosso convinse non solo il suo allenatore, da lì a qualche mese ci fu infatti anche il provino con il Cagliari. “Mi hanno chiamato ad una selezione e decisero di prendermi. Così ho fatto tutta la trafila nelle squadre giovanili del Casteddu, dai giovanissimi agli allievi, alla primavera.”
Sette anni a stretto contatto con un sogno, quello di diventare un giocatore professionista.
“In effetti ho giocato contro dei futuri campioni, tanto per citare un paio di nomi, gente come Balotelli e Salton. Avevo 14 anni ed ero a Cagliari da solo, dormivo nella stessa camera insieme di Sua (futuro capitano dell prima squadra sarda in serie A, ndr). E poi che belle trasferte, come quella di Valencia, incontrando in tornei internazionali le più forti squadre europee, tra le tante quella fortissima del Bayern Leverkusen. La scomparsa di mio padre ha spento però un po’ tutti i miei sogni.”
La passione per il calcio non è comunque mai venuta meno e Antonio ha giocato più tardi in serie D “Un incidente in moto mi ha poi bloccato. Così ho ridimensionato le mie aspettative, giocando in Eccellenza. (Ad Elmas e Quartu, ndr)”
Fino al nuovo esordio con la squadra del Carloforte.
“La storia che si ripete. Un giorno Fabio, un mio amico, mi viene a trovare – Ci manca il portiere Antonio, devi aiutarci – “A lui non potevo proprio dire di no.”
É così ecco che qualche anno più tardi la prima divisione della Sardegna ritrova tra i suoi protagonisti anche Antonio Grosso.
“Come si fa a non giocare per la squadra del tuo paese. La Verde Isola è una società seria, nata da zero, con un progetto interessante.Tutti dobbiamo crescere insieme, giocatori e dirigenti. Siamo una società fatta di persone per bene.”
Antonio è fiero di farne parte, lui che il Cagliari non l’ ha mai dimenticato e che sceglie di indossare spesso la maglia storica dello squadrone sardo quella dell’anno dello scudetto di Riva e Albertosi. E che si diverte pure a fare gol “Mi piace giocare anche di piede – ci confida Grosso – e quella rete contro il Sestu non è stato l’unico della mia carriera.“
Un rinvio altissimo e lunghissimo che rimbalza davanti al portiere e lo supera insaccandosi in rete. “Uguale identico a quello in un match giovanile con il Cagliari. Quella volta poi venni pure espulso. Il pubblico mi aveva preso di mira per tutta la partita e dopo il gol proprio non ce l’ho fatta e mi è scappato un gesto poco ortodosso nei loro confronti.” Grosso lo ricorda sorridendo sotto i baffi. “Anche in quella occasione vincemmo 2-1, esattamente come con il Sestu.”
Una prima parte di stagione molto positiva quella della Verde Isola e di Grosso, oltre ad una rete (in coabitazione con Momo Cosa) tante parate decisive come quella al 90 minuto contro il Vecchio Borgo Sant’Elia. “Cerco semplicemente di dare il mio contributo alla crescita della Verde Isola . A 30 anni io difficilmente posso ancora crescere. Ma ora non ho nessuna intenzione di smettere Ho intenzione di giocare fino a 40 anni, sempre qui a Carloforte e sempre che non mi mandino via prima.”