Andrea Scuccato: passione su pista
Gli incontri più belli, quelli fatti di autentica passione. Ancora più belli perché si nascondono dietro la pratica di uno sport meno conosciuto. Niente calcio e nemmeno tennis, volley o basket, qui ci addentriamo nel mondo dell’hockey su pista. Una bella occasione per andare sul Ponte di Bassano del Grappa, dove è stato fissato l’appuntamento con Andrea Scuccato per una chiacchierata davanti ad un tradizionale “Mezzo e mezzo” alla Grapperia Nardini, un vero must da queste parti. Anche se Andrea da buon sportivo, va detto, ha preferito un semplice analcolico,
25 anni da compiere nel prossimo mese di ottobre, Scuccato è uno dei giocatori più interessanti del campionato di serie A dell’hockey su pista. Un’atleta a 360 gradi, fino a 15 anni è stato infatti anche una delle promesse dello sci italiano, seguito dall’ex coach della discesa libera Antonio Sperotti. “Ho iniziato ad allenarmi sull’altopiano di Asiago, non troppo lontano da casa. In quarta superiore ho dovuto però fare una scelta e alla fine ho optato per l’hockey. E’ stata una decisione un po’ difficile, ma dettata dal cuore. Mio padre è maestro di sci ,ma al tempo stesso ha giocato in serie A proprio nelle file dell’hockey Bassano, di cui è stato pure lo sponsor principale. Ed è lui che mi ha tramandato l’amore per questo sport. Avrei voluto anche io diventare maestro di sci – ammette Andrea con una punta di rammarico – ma iniziando a fare sul serio con l’hockey non c’era purtroppo materialmente il tempo per riusirci.
In questa scelta forse ha pesato anche un po’ la comodità di poter praticare uno sport direttamente sotto casa, mentre per lo sci gli spostamenti si facevano sempre più frequenti. Mio padre mi ha sempre detto devi fare quello che più ti piace, divertiti, ma fallo con passione ed impegno.”
E così ecco Andrea iniziare tutta la trafila del settore giovanile, con tanto di esordio in serie A1 già a 16 anni.
“In realtà però non giocavo molto in prima squadra, così durante il mio ultimo anno delle superiori, a gennaio mi sono trasferito a Modena in A2. Un solo allenamento in Emilia, il mercoledì partivo in treno e poi tornavo già in serata a Bassano con il mio coach che allenava in contemporanea in A2 e le squadre giovanili di Bassano. Poi Correggio comprò in blocco la squadra del Modena, fummo promossi in A1 e dopo una stagione nella massima serie sono tornato a casa a Bassano.”
Due stagioni in riva al Brenta prima di vestire la maglia del Breganze. “Stavamo facendo una grande stagione, eravamo in testa nel campionato e ci eravamo anche qualificati per le finali di Coppa Italia, poi lo stop causa covid.”
Cui è seguito il trasferimento a Trissino per cercare di vincere. “Ma siamo usciti nei quarti di finale dei play off dopo essere arrivati terzi nella regular season.”
NON E’ SEMPRE ORO QUEL CHE LUCCICA
La vita di uno sportivo è fatta di alti e bassi, di stati d’animo che cambiano a volte anche repentinamente e così capita che anche in uno sport di squadra ci possa essere bisogno di consultare un mental coach
“C’è stato un momento in cui a Bassano abbiamo rischiato la retrocessione. C’era qualcosa che non andava. Faticavo a trovare la giusta motivazione e mi chiedevo che senso avesse fare tanti sacrifici per qualcosa che non stava funzionando. Fu allora che ho conosciuto il mental coach Paolo Loner (http://www.sport4lifecoach.com, http://www.coachloner.it) che mi ha visto durante una partita di campionato. Da lì abbiamo iniziato a confrontarci, anche a distanza. Dopo una semplice chiacchierata con Paolo tutto diventava più semplice e chiaro nella mia testa, Coach Loner ha avuto il grande merito di riuscire a farmi scattare una molla e a farmi trovare la motivazione per inseguire il mio sogno. L’hockey per me non è mai stato infatti solo un semplice hobby, ho capito finalmente quanto era veramente importante, quanto volevo arrivare ad essere più forte ed ho iniziato così a concentrarmi esclusivamente su quello che stavo facendo e ad esserne più convinto.”
LO STILE DI FUNZIONAMENTO
E’stato un percorso lungo due anni e che continua tutt’ora. Abbiamo incominciato da cose apparentemente molto semplici, come la lettura di un libro. Da qui Paolo ha cercato di capire come ragionavo in ogni situazione della vita, se ero una persona razionale che segue i sui ragionamenti o uno di quelli che cambia spesso idea. Abbiamo scoperto che Il mio stile di funzionamento è legato molto al mio essere razionale. Nello sport così come nella vita di ogni giorno, ho capito che ho bisogno di lavorare tanto fisicamente e mentalmente per credere in quello che sto facendo e diventare così più forte e sicuro . Ho iniziato così ad allenarmi molto di più, andando in pista tutte le mattine da solo a fare degli allenamenti extra.
L’ESEMPIO DI TRISSINO
Nell’ultimo anno a TrissIno ho faticato a trovare spazio. Facevo parte di una squadra moto forte, con una panchina molto lunga. Ad un certo punto le cose per me hanno incominciato a non andare particolarmente bene. Andavo tutti i giorni avanti indietro in macchina da Bssano ( un paio d’ore almeno) ma avevo ugualmente deciso di aggiungere un allenamento tutto da solo. Se hai pochi minuti di partita alle spalle, devi cercare di compensare in qualche altro modo. Meno giochi e meno voglia hai anche di allenarti e rischi di entrare in un circolo vizioso. La soluzione condivisa con Paolo, quella dell’allenarsi di più, ha funzionato e alla fine del campionato sono tornato in forma e di conseguenza ho trovato più spazio durante le partite,
VINCERE A BASSANO
Manca poco all’inizio di una nuova stagione e Andrea Scuccato è al settimo cielo per avere trovato un accordo con la sua Bassano. “Si torna finalmente a casa, sono troppo contento.”
La maglia di gioco con il numero 58, che fu quello di papà Maurizio, è lì bello in evidenza a far capire quanto questo sport sia nel dna di Andrea. “Papà ha vinto una Coppa Italia qui, Io non ho ancora vinto nulla, mi piacerebbe incominciare a farlo al più presto. La società ha costruito una squadra molto competitiva. Sono pronto a dare tutto me stesso, non importa in quale ruolo, posso giocare indifferentemente in attacco, al centro ,così come in difesa”.
Vincere nella tua città potrebbe anche aprirti le porte della Nazionale
“Un altro sogno che andrebbe a realizzarsi. Ho già vestito la maglia della nazionale, quella giovanile under 17 e 19 e tre volte pure quella della under 23, La nazionale italiana è una delle più forti in assoluto insieme a Portogallo, Spagna e Argentina. (con titolo europeo conquistato nel 2014, argento nel 2016 e bronzo nel 2018, ndr).
NON SOLO HOCKEY
“Si può vivere di hockey, almeno mentre sei in attività, ma sicuramente non per tutta la vita ecco perché non ho mai smesso di studiare ed ho approfittato dello stop causa covid per completare i miei studi all università.(manca ancora la tesi, ndr). L’importante è dare il massimo in ogni cosa che si fa nello sport così come nella vita, e se si è in difficoltà beh basterà metterci ancora più impegno. E poi quando avrò vinto abbastanza con l’hockey allora sarà il momento di tornare anche a sciare.” Le passioni non si abbandonano mai.