A Belluno sbarca il palermitano Matteo Pola
Un primo incontro per per stringersi la mano e vedersi (quasi) tutti insieme. Il tecnico Filiberto Kokuca è rientrato a Belluno e dopo le tante telefonate, finalmente le prime parole scambiate di persona facendo un punto della situazione fisico-atletica dei ragazzi. Prende il via così la nuova stagione della Pallamano Belluno. Sono state diverse le presentazioni fatte tra i nuovi giocatori della società, tra cui quella del palermitano Matteo Pola, il settimo arrivo nella società dolomitica.
Pola è un’ala destra mancina, un atleta che non spicca per altezza corporea ma per la sua elevazione in salto eccezionale. Nato il 24 febbraio 2001, il palermitano ha già esordito in serie A1 a Fondi e Siracusa. “Ho anche giocato contro Argentin quando lui era con Pressano – sottolinea subito Matteo – mi ricordo bene di lui perché in difesa era un muro, un giocatore veramente molto solido.”
“Con il Fondi è stata la mia prima esperienza fuori casa, avevo solo 17 anni ed è stato molto formativo. Ho imparato a vivere da solo e nel frattempo andavo a scuola, ma quello che rimase più strano fu l’approccio alla squadra, perché ovviamente non era più il gruppo di amici che si ritrovava a giocare, ma ragazzi ben più grandi di me che non si conoscevano, venuti a posta per giocare. Sono cresciuto molto come persona e come giocatore. Nel mentre mi sono diplomato, poi sono rientrato in Sicilia, a Siracusa per un anno in A1 per poi tornare a Palermo da cui tutto ha avuto inizio.”
A Matteo piace raccontare il suo avvicinamento alla pallamano, che in effetti è un romanzo piacevole, lui stesso dice: “non c’è bisogno nemmeno di enfatizzare la storia, perché è andata proprio così. Un giorno stavo rovistando tra le cose di casa quando, aprendo un cassetto, mi sono ritrovato in mano una foto di un ragazzo mentre spicca un salto per tirare una palla. L’ho guardata e riguardata finché ho riconosciuto quel giocatore. Era mio padre. Io non avevo la benché minima idea di che sport fosse, quindi andai da lui con la foto per chiedergli spiegazioni.
Scoprii che non me ne aveva mai parlato perché aveva un conto in sospeso con la pallamano: si era infortunato a 26 anni e non aveva mai più varcato la soglia di una palestra. Tutto incomincio da lì. Due tiri in giardino e mi appassionai subito. Mio papà aveva ancora dei contatti e così siamo arrivati a Ninni Aragona, un professore delle medie e anche un tecnico molto importante per noi palermitani. Anche Emanuele (Artale, ndr) ha conosciuto la pallamano attraverso il professor Aragona. Era iniziato un altro capitolo della mia vita che continua tuttora.” E che ha portato Matteo ad arrivare a Belluno in questa stagione.
Insieme, guarda caso, all’amico Emanuele; un’amicizia che si è instaurata da quando avevano dodici anni. “Siamo di fatto cresciuti insieme. Quel primo giorno con Aragona c’era anche lui. Cominciare quest’avventura a Belluno insieme mi fa davvero molto piacere. In Sicilia siamo stati fortunati; organizzavano tornei internazionali già da quando eravamo piccoli. Abituarsi subito a confrontarsi con scuole diverse aiuta a crescere e ad appassionarsi maggiormente. Ed anche con la Youth League a Palermo eravamo ad un passo dalla finalissima a Chieti, è stata proprio una bella esperienza.”
Di fatto stai continuando quello che tuo padre non ha potuto fare. “In qualche modio in effetti sì. È stato il suo più grande cruccio non poter continuare a giocare. Ma ora segue me, è il mio primo tifoso e questo mi fa un piacere enorme. Mi ha accompagnato al porto quando ci siamo imbarcati in rotta verso Belluno.”
Un viaggio di 48 ore iniziato con l’abbraccio di papà ‘Gian’. Ma ora non c’è spazio per la malinconia, la musica cambia e già è partito un buon ritmo con le nuove conoscenze. “Una squadra molto giovane ma molto esperta al tempo stesso. Manojlovic in porta ed Argentin in difesa sono i due nostri colossi.” Ma le masse muscolari di questi atleti pare abbiano qualcosa da ridire in merito.
Le prime sensazioni sono molto buone. “Sono a disposizione della squadra. Gioco ala ma mi piace giocare anche terzino. Vedremo come sarà in campo, ora è Kokuca a vedere come muovere questi tasselli.”