Musetti vs Lajovic: la sfida d’altri tempi ad Umago
L’ultimo quarto di finale di Umago ha proposto sul campo centrale la sfida tra il serbo Dusan Lajovic e l’italiano Lorenzo Musetti. Dodici anni di differenza tra i due: classe 2002 per Musetti, classe 1990 per il balcanico.
Una stagione davvero interessante per Lajovic che ad Umago aveva vinto nel 2019; per lui semifinali a Barcellona ad aprile ed attuale numero 53 delle classifiche mondiali (il best ranking rimane al nr 23).
Niente male vista l’età che avanza. Per Musetti un inizio stagione complicato fino al grande risultato di Wimbledon con la semifinale persa soltanto dal mostro-sacro-Djokovic.
Un match che si può considerare d’altri tempi. Quando mai ormai capita di poter guardare due rovesci ad una mano così belli ed efficaci?
In un mondo del tennis fatto sempre più di grande fisicità, ecco di fronte due giocatori brillanti nelle scelte di gioco, in cui la diagonale di rovescio la fa da padrona.
D’altra parte i giocatori che non giocano il rovescio a due mani sono davvero sempre più un’eccezione.
“Non si insegna più frequentemente, perché il rovescio a due mani è più sicuro, più pratico e quando i ragazzi sono piccoli è più semplice da insegnare.” Sono tanti i maestri che rispondono più o meno così all’annosa faccenda del perché siano sempre più rari tra i big. Eppure si può arrivare tra i primi venti con una sola mano come Musetti o tra i primi dieci come Tsitsipas.
La questione che qui si vuole porre è: si deve proprio sempre seguire la regola generale, la strada attuale della forza fisica, o vale la pena anche considerare altri fattori? Provate a guardare un torneo Open e vedrete come ormai le due mani regnano sovrane. Effettivamente la risposta dei maestri è concreta. Ma sono davvero così belli da veder giocare? La forza scavalca la bellezza tecnica.
La realta è che il tennis nell’insieme si sta indebolendo quanto a genio e sregolatezza. Nolente o dolente. E guarda caso sia Musetti che Lajovic hanno nel loro repertorio anche palle corte insidiose e qualche discesa a rete interessante.
Per Musetti anche dei tweener da cineteca. Due giocatori completi, con il serbo che ora che ha recuperato lo smalto di un tempo. Vale decisamente la pena spendere il biglietto per vederlo giocare.
7-5 Lajiovic il primo set che il giorno prima aveva sconfitto a fatica Flavio Cobolli. Poi però il serbo ha iniziato a pagare il peso degli anni. O delle partite sulle gambe, per riconoscere qualcosa anche al romano.
Musetti non ha mollato la partita, malgrado le imminenti Olimpiadi. Ha giocato per vincere per arrivare in semifinale ed ha recuperato vincendo 6-3, 6-0. Una gran bella grinta e molta incisività, andando a rispondere non troppo lontano dalla linea di fondo.
Un sentito grazie ad entrambi. Ci vorrebbe più spesso un match del genere: fa respirare aria di tennis pulito, elegante ed efficace.
Peccato che in questo torneo si sia ritirato all’ultimo Stan Wawrinka, finalista un anno fa qua ad Umago, ma grazie a Musetti il rovescio ad una mano continua ancora ad essere grande protagonista.