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Il viaggio di Manuel Mazzella nel tennis: Sardegna andata e ritorno, tra Svizzera e La Maddalena

A La Maddalena abbiamo incontrato Manuel Mazzella, uno dei tennisti sardi più apprezzati nell’isola con all’attivo 6 titoli di campione assoluto in Sardegna ed altre 12 vittorie tra tornei under e di doppio.  
Anche a livello assoluto Manuel si è comunque distinto ottenendo dei buoni risultati, senza però riuscire a compiere quell’ultimo salto in alto. A 32 anni Mazzella ha conquistato nella sua carriera anche dei punti ATP, raggiungendo il best ranking di numero 949 in singolare e 721 in doppio, con due titoli ITF in bacheca.

Il sorriso di Manuel Mazzella (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

In Sardegna è davvero molto conosciuto e apprezzato lui che, nato a Nuoro e cresciuto a Dorgali, ha girato in lungo e in largo per tutta l’isola, imparando a giocare sul campo in green-set di Cala Gonone, passando poi per Irgoli in Baronia vicino ad Orosei. E poi Sassari, Cagliari, Quartu Sant’Elena, fino ad arrivare alla corte di Sebastiano Asara al TC Moneta, dove a 32 anni continua a divertirsi, deliziando tutti quelli che lo vanno a vedere con la maglia biancoazzurra del club maddalenino in serie C.

Tennis club Moneta – serie C stagione 2024 (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

“Dopo aver difeso a lungo i colori del circolo Margine Rosso di Quartu Sant’Elena in serie B, mi sono trovato improvvisamente libero; il patron Franco Milia mi ha comunicato che non avrebbe più iscritto la squadra al campionato. In tanti, in Sardegna e non solo, si sono fatti avanti. Alla fine ho scelto di accettare l’invito di Sebastiano Asara. Una telefonata, così, giusto per sondare il terreno, si è trasformata nell’inizio di una nuova avventura. 
Sebastiano me lo aveva sempre detto: ‘un giorno mi piacerebbe che giocassi per la mia squadra’. Non c’è stato bisogno di parlare molto. Ci siamo capiti al volo da subito. Ed eccomi, ormai alla terza stagione insieme ad un mio grande amico di sempre Gino Asara, oltre a dei bravi ragazzi come Andrea Calcagno, Luigi Corrias e Alessandro Califano.”

Gino Asara e Manuel Mazzella, due amici in un campo di tennis (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Nella vita tennistica di Manuel il ruolo principale lo ha occupato senza dubbio il suo maestro: papà Alberto.
“Devo ringraziarlo molto, mi ha sempre accompagnato ovunque. Al mattino a scuola e poi via a giocare; da Dorgali due ore di strada non te le toglieva mai nessuno. Ma non mi hanno pesato, tutto questo era normale per noi. Ora che mi guardo indietro però riconosco essere stata una pazzia. Quanti sacrifici! 

Pugnetto chiuso dopo un punto (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

COME DUE MARINAI IN MEZZO AL MARE

Prosegue Manuel nel racconto del suo viaggio tennistico. Verso i 17-18 anni sono uscito dalla Sardegna. Era tardi, anzi tardissimo. Avrei dovuto farlo molto prima. I tornei internazionali si devono iniziare a disputare generalmente quando hai 12-14 anni massimo. Mi mancavano chilometri di esperienza in confronto a tanti miei coetanei. Ma non è colpa di nessuno, davvero. Sono enormemente grato a mio padre per l’opportunità che mi ha regalato. Eravamo a quei tempi come due marinai in mezzo al mare. Si navigava a vista verso una meta, un sogno da realizzare, senza avere tutti i mezzi per poterlo raggiungere.

Manuel Mazzella, alla terza stagione con la maglia del Tc Moneta (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Manuel vive il racconto di questo suo percorso con molta serenità. 
“Abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Si cercava di scegliere i tornei da giocare possibilmente non troppo lontano da casa. Serve tantissima energia fisica, ma anche molta disponibilità finanziaria per arrivare lontano. Quello del tennis è un investimento spesso a fondo perduto. Si deve investire tanto, con poche possibilità concrete di rientro del tuo capitale.
Ci sono  cose da tenere ben presenti prima di iniziare questa bellissima strada – che malgrado tutto mi sento di consigliare ad un giovane che ama veramente il tennis. Bisogna essere pronti a rinunciare a tante cose, compresa qualche serata con amici. Si tratta di un percorso molto bello, ma anche molto duro.

Foto di gruppo per il Tc Moneta (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Chi ha visto giocare Manuel da ragazzino, ma anche chi ha la fortuna di guardarlo ancora oggi in azione con la maglia del Moneta, riconosce subito le sue qualità nel tocco della palla. La sua ‘semplicità’ nei movimenti, la sua scioltezza nel gioco: alcune caratteristiche tipiche dei grandi campioni. 
“Ma per diventare qualcuno non basta sapere giocare bene. L’ho capito solo adesso che ho ormai superato i 30 anni: i diritti ed i rovesci non c’entrano quasi nulla con il diventare un tennista professionista. Non basta avere dei bei colpi per poter dire di saper giocare davvero bene. Servono tante altre cose come la tenacia e la predisposizione al duro lavoro. Inoltre bisogna avere la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto.”

A proposito di tocchi, ecco un tweener vincente di Manuel Mazzella (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Hai qualche rimpianto, qualcosa che faresti in modo diverso?
“Magari avrei potuto raggiungere un livello un po’ più alto, tipo un best ranking di 500 anziché 900. Ma in realtà mi sono mancate troppe cose per raggiungerlo. Ora che sono diventato allenatore l’ho veramente capito. Ecco, diciamo che avrei avuto bisogno della testa del Manuel di oggi al fianco del giovane Manuel di quel tempo.”

Un diritto al volo del mancino Mazzella (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

“Se tu osservi i campioni di oggi, tipo Alcaraz e Sinner tanto per citarne due, non ti rendi conto quasi dell’età che hanno: poco più di 20 anni. Ma per tantissimi aspetti sono già degli uomini fatti e finiti. Hanno quella maturità che sinceramente io proprio non avevo per niente.”

In doppio insieme a Alessandro Califano (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Proviamo a ripercorrere le tue tappe più importanti fuori dalla Sardegna.
“Ho vissuto un periodo importante in Umbria, che è presto diventata la mia seconda casa. Mi allenavo a Perugia insieme ad Alberto Castellani. La scuola del ‘Perugino’ era molto famosa ai tempi e con lui ci stavo per alcune settimane a ritmo alterno. Mamma mia che accento che aveva quando parlava. Il ricordo della sua cadenza mi fa ancora sorridere. Ho giocato dei tornei e mi sono allenato anche a Todi dove ho giocato al Challenger che in quegli anni stavano organizzando. Poi mi sono trasferito a Foligno. Conservo bellissimi ricordi, ho ancora tanti amici lì. Giocavo per il Circolo di Porta Romana in serie B. Stavo bene, avevo il mio appartamento, e devo dire che allora mi sono un po’ riconciliato con una vita ‘normale’. Niente di speciale, le cose che fanno un po’ tutti i giovani, tipo far tardi la sera. Ma che non erano propriamente quelle che servono ad un tennista professionista.”

Un diritto in allungo (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

“Mio papà aveva capito che non ci stavo mettendo tutto l’impegno necessario. Litigavamo spesso per questo motivo. Ed aveva ragione. Mi ero accontentato di giocare le gare di serie B, facevo pochi altri tornei. Dovevano essere gli anni decisivi, quelli in cui avrei dovuto spiccare il volo.”
Manuel mette l’accento su un tema molto importante, quello del rapporto con i propri genitori.
“Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto io e mio papà. Ma il punto è che le cose che un genitore ti dice, spesso sei più disposto ad ascoltarle ed accettarle se vengono dette da qualcuno esterno, da una terza persona. La troppa confidenza ti fa spesso non ascoltare i giusti suggerimenti che ti arrivano dalle persone che ti conoscono meglio.”

Rovescio a due mani di Mazzella (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Non mi parli mai di tua mamma.
“Una donna bravissima. Anche lei è sempre stata presente, veniva spesso a vedermi giocare, mi ha sempre supportato. Per questo forse è sempre stata un po’ anche defilata. I miei due invece fratelli hanno preso strade diverse dalla mia, per fortuna: il più grande fa il musicista, quello più piccolo (minore solo di un anno e mezzo a Manuel, ndr) è diventato ingegnere.”

Colpo sotto rete durante il campionato di serie C 2024 a La Maddalena (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

E poi ecco un incontro che ti ha aperto altri scenari sempre nel mondo del tennis.
“Abbandonata l’Umbria conosco una ragazza che poi è diventata la mia fidanzata. Non poteva che essere una tennista, ovviamente. Lei abitava a Monza, ma si allenava in Svizzera insieme a Gonzalo Vitale. Era bravissima, la conosci senz’altro. È stata numero 170 al mondo: Georgia Brescia è il suo nome.
Ha giocato i suoi massimi livelli nel periodo di fine carriera di Roberta Vinci per capirci. Io continuavo a fare qualche torneo – in verità sempre di meno – e nel frattempo allenavo anche lei. Questo è stato il momento in cui ho anche giocato meglio.
Di colpo mi ero tolto la pressione di dosso, quella di dover arrivare per forza. Stavo giocando bene perché mi divertivo veramente. Era troppo tardi per provarci fino in fondo, per spiccare il volo verso una classifica di livello, così ho cominciato a ragionare anche da allenatore. E anche quando con Georgia ci siamo lasciati, ho continuato a lavorare in Svizzera con Gonzalo.”

Manuel Mazzella insieme al capitano Sebastiano Asara (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

UNA NUOVA CARRIERA

“Da allenatore ho iniziato a girare il mondo. Una volta ero in Grecia per un torneo internazionale, dove tutti i giocatori alloggiavano nello stesso resort. Era marzo 2018, fu quella la prima volta che ho incontrato Jannik Sinner. Accompagnavo un’allieva mentre lui era li insieme a Volpini. Ci si incrociava molto spesso finché una sera abbiamo giocato a biliardo insieme.
Ho centrato una buca con il telefono in mano. Lui mi ricordo mi ha guardato sorpreso e poi si è messo a ridere. Quella partita l’ho vinta io. Così ora posso raccontare di aver battuto Jannik. Su un campo di biliardo, ovviamente su uno di tennis neanche a parlarne.”

“Posso dire di aver battuta anche Sinner. No di certo a tennis però.”(foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Ti piace fare l’allenatore?
“Sì, penso di aver trovato la mia dimensione. Ho appena concluso una bellissima esperienza di lavoro, durata dieci anni con una ragazza svizzera, Ylena In-Albon. Scrivilo giusto lei ci tiene molto a quel trattino.” Sottolinea Manuel. “Una classifica già importante, è stata 110 al mondo lo scorso anno ed ora è scesa un pochino. Siamo stati insieme al Roland Garros ed anche a Indian Wells.”

Insieme a Ylena in-Albon a Indian Wells (foto archivio Mazzella)

Per un rapporto che finisce, uno è pronto a partire.
“Da poco ho iniziato una nuova collaborazione con un ragazzo di 14 anni sempre svizzero. Si chiamo Pietro Sala ed è pronto ad iniziare una nuova avventura nel circuito internazionale Junior. Con me c’è anche una giovane sarda, Alessia Manca, che è tuttora tesserata per il Tc Decimomannu.”

Manuel Mazzella insieme ai suoi giovani allievi Alessia Manca e Pietro Sala (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

LA SARDEGNA UNA META FISSA.

Tra una tappa del circuito mondiale ed un’altra nel ruolo di allenatore, Manuel non si può certo dimenticare della sua Sardegna.
“Ecco perché sono molto contento di giocare per il Tc Moneta. Un’ottima scusa per tornare a casa, passare per Dorgali e poi andare a giocare a La Maddalena. Le origini sono importanti, è bello girare il mondo vivere altre realtà,  fare esperienze diverse, ma tutto acquista un senso quando poi hai la possibilità di tornare a casa e stare in famiglia, con gli amici e respirare l’aria della nostra Terra.”

Stretta di mano tra Manuel Mazzella e Sebastiano Asara (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

A poco più di 30 anni Manuel Mazzella ha già raggiunto tanti risultati nel mondo del tennis. 
“Sono molto contento del mio percorso. Come ti dicevo non ho rimpianti guardandomi alle spalle. Ma tanta voglia di guardare al futuro, aiutare i giovani a non commettere gli errori che ho magari commesso io e aiutare i ragazzi del Tennis Club Moneta a vincere a far felice così Sebastiano Asara, uno di quelli che ama il tennis tantissimo e che ci mette tutta la passione possibile in quello che fa.”

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