Anche Djokovic, Darderi e Passaro out da Roma. Occhi puntati su Rublev e Aliassime
Spazio a qualche outsider. Le sorprese al Foro Italico non finiscono mai.
Anche Djokovic se ne va da Roma. Mai visto il serbo così assente in una partita. Forse ‘assente’ è il termine più giusto da usare. Non pervenuto Novak al centrale del Foro Italico.
Certo, il cileno Tabilo ha dimostrato di essere diventato un buon giocatore, ma il numero uno del seeding mondiale appare molto lontano dall’esserlo realmente sul campo, non ieri almeno.
La testa altrove? La borraccia metallica che lo ha colpito in testa per pura fatalità uscendo dopo il match contro il francese Moutet lo ha lasciato in sofferenza? O forse è, anche nel suo caso, semplicemente il peso degli anni che passano. Molto genuinamente, senza troppe congetture.
Anche in conferenza Novak è sereno (non di certo non scocciato del risultato), ma sereno nell’essersene fatto già una ragione. Certo, la domanda sorge spontanea ‘ma che è successo in campo?’ La risposta è semplice: “niente, non ero in partia, ero fuori tempo completamente, non in forze e Tabilo è stato comunque molto bravo“. Stop.
Se aggiungiamo, alla vecchiaia che avanza di Nole e Rafa, che: Sinner è ai box e purtroppo ci resterà chissà per quanto, che la giovane promessa americana Shelton deve ancora imparare a non tirare sempre bordate a 200 all’ora e che la terra battuta non è uguale al cemento…bèh, nel circuito, ed in particolare qui a Roma, da oggi in poi ne vedremo delle belle.
Ci vorrà ancora un po’ di tempo per farsi delle esperienze, ma intanto gli applausi romani vanno tutti a loro, agli ultimi portabandiera azzurri rimasti in campo il più che potevano: ai giovani Passaro e Darderi.
Bravo Passaro che si spinge oltre i suoi limiti, come Darderi che ha tentato di strappare un set al ben più esperto Zverev.
Napolitano ritrova sé stesso (così come il perugino) nella capitale ed è in procinto di scendere in campo per vedersela con Jarry (già mattatore di Arnaldi nel turno precedente). Cobolli ha tentato di vincere su Korda, ma anche in questo caso l’esperienza ha giocato un ruolo chiave.
Ma manca un numero 2 tricolore all’altezza del gruppo che ha vinto la Davis. Berrettini continua a posticipare di giocare, Musetti ha fatto solo una comparsa nella Capitale, mentre Sonego ormai sembra aver raggiunto il suo top e non graffia più come un tempo.
Da oggi occhio a Rublev, Auger-Aliassime, Zverev ed anche al buon Dimitrov. Ma in questo tennis moderno forse si sta delineando una figura nuova del tennista: quello del ‘cecchino-di-ferro’. Se uno picchia per una settimana intera, trova solo le righe e non l’out, allora potrebbe vincere su chiunque – sempre che il suo fisico sia di ferro e non gli ceda in qualche infortunio. Lo stesso vale per il cileno Tabilo.
E magari ci troveremo a rivalutare persino una giornata no di Novak Djokovic.