La vittoria più bella di Andrea Calcagno
“Una partita lunga cinque giorni. Più lunga del match di Wimbledon tra Isner e Mahut. E l’abbiamo vinta noi. Li abbiamo superati, ma siamo tutti diventati un po’ Isner!”
Ecco come Sebastiano Asara ha voluto raccontare la sua gioia alla notizia che Andrea Calcagno è stato più forte della meningite che lo ha (ri)colpito in modo violento nello scorso fine settimana. ‘Gnagna’ stava giocando a Quartu Sant’ Elena per il suo T.C. Moneta 2021 nella competizione a squadre di tennis in serie C. “Ha vinto il primo set 6-4. È un po’ stanco” Scrive Sebastiano nel gruppo Whatsapp dedicato ai Blues, i tifosi del Moneta.
Tutto va come da previsioni, quando Andrea comincia ad accusare eccessivamente la stanchezza, faticando addirittura a stare in piedi. Va sotto 2-0 ma vuole restare in campo. “Dai passeggio un po’, poi mi passa. Magari mi sdraio un attimo al cambio campo. Almeno posso giocare il doppio più tardi.” Il tennis è tutta la sua vita. Lui che ha seguito Sebastiano e Gino Asara partendo da Olbia e passando da Calangianus, Luogosanto, La Maddalena e Alghero senza stancarsi mai pur di inseguire il suo sogno.
Ma domenica c’era qualcosa che non andava. Non era una semplice insolazione a debilitarlo, ma qualcosa di più grave. Sebastiano che lo conosce bene lo blocca dal giocare. Aveva intuito che c’era qualcosa che stava decisamente andando nel verso sbagliato. “Dai esci dal campo. Subito.” Meglio non andare oltre. In uno dei campi attigui sta giocando (coincidenza e fortuna) il medico Giammarco Mocci che è subito accorso per sincerarsi della situazione. “Giammarco insieme a Simone Pisanu sono stati fondamentali perché hanno seguito passo passo l’evolversi della situazione e mi hanno sempre tenuto informato su cosa stesse accadendo.” È lo stesso Sebastiano Asara a sottolinearlo. La decisione è di quelle veloci come devono essere in certi momenti. Inizia la corsa in ambulanza in ospedale a Cagliari.
A solo 23 anni Andrea sta lottando per la vita. Febbre che sale oltre i 40 gradi. Ma Calcagno è abituato a combattere. Domenica sera si aggrava. Andrea passa dalla rianimazione, dove resta a lungo, ma poi il suo corpo reagisce. L’affetto della Sardegna del tennis intera gli arriva con mille messaggi recapitati da Sebastiano che resta al suo fianco come un secondo padre, insieme alla famiglia di Andrea: la mamma Arly e papà Massimiliano. Tutto questo amore è un’onda di energia positiva che va a suo sostegno. Andrea la sente e appena sta un attimo meglio manda a sua volta dei messaggi di ringraziamento a tutti, spendendo sempre bellissime parole.
“Coraggio, ci ritroviamo presto e passiamo una bella giornata insieme come già stavamo facendo.” D’altra parte è un ragazzo semplice, che non si è mai montato la testa per aver vinto tanti open l’anno scorso. Che ci sta agli scherzi, battute ed ai rimproveri.
Quanto avremo voluto essere anche noi fisicamente vicino ad Andrea, ma siamo a Barcellona a seguire le sorti di Rafa Nadal, il giocatore preferito di Sebastiano – ma non di Andrea, lui preferisce da sempre Federer (non si può essere d’altra parte tutti uguali!).
Un occhio al campo ed uno al cellulare ad aspettare gli aggiornamenti dalla Sardegna. Non si può proprio stare lontano da Andrea. La sua simpatia è troppo contagiosa per lasciarla andare via così. ‘Combatti, Andrea! Forza!’ Finché ecco il match point tanto atteso. “Andrea è fuori pericolo.” E se lo dice Sebastiano ci possiamo credere.
‘Gnagna’ è fuori pericolo di vita, è stato dimesso dalla rianimazione. Ora è in cardiologia, dove rimarrà ancora un po’ sotto controllo. Senza troppi fili, finalmente, attaccati addosso. È uscito con indosso ancora la stessa maglietta del TC Moneta con cui è entrato in ospedale. Sta vincendo la sua partita più lunga e inaspettatamente complicata.
Ci sono incontri che non interessa come li vinci: puoi anche giocar male, ma l’importante è solo portare a casa il risultato. Dopodiché si diventa più forti e si gioca pure meglio, più liberi più sicuri di se stessi.
Andrea ci hai fatto prendere una paura immensa. Ma sappi che ti vogliamo ancora più bene di prima.