Altro infortunio per Sofia Goggia. Sette viti alla tibia e stagione finita.
Arriva un altro, ennesimo stop per l’azzurra Sofia Goggia. Nella mattinata di lunedì 5 febbraio, durante i consueti allenamenti a Ponte di Legno, la bergamasca ha inforcato una porta della pista, provocandosi così una “frattura articolare scomposta pluriframmentaria del pilone tibiale destro e del malleolo” riporta la FISI. Insomma, giusto in tempo per vederla in volata sulle piste di Cortina in Coppa del Mondo.
Prima di entrare in sala operatoria la campionessa italiana era tranquilla, come se stesse andando dall’estetista: “un altro infortunio che interrompe la mia rincorsa ad una nuova Coppa del mondo di discesa, ma anche stavolta saprò rialzarmi“. Con una bella placchetta e sette viti in più, sperando che non le pesino tanto da rallentarla. Che grinta.
Ormai Sofia ci ha fatto letteralmente ‘le ossa‘ a questi incidenti. Verrebbe da dire che i dottori facciano a gara per vedere chi è più veloce: la Goggia ad infortunarsi o loro ad operarla.
Anche stavolta è andato tutto bene, ma si dovranno attendere almeno 40 giorni prima che Sofia possa solo tornare a camminare. Le gare sono così tutte da dimenticare: arrivederci e alla prossima stagione.
Ma che spettacolo vederla scendere in discesa libera. Adrenalina allo stato puro il guardarla gestire gli sci a 140 chilometri all’ora. Immaginarsi quanta ne possa avere lei!
A fine gara boccheggia come i pesci fuor d’acqua, tanto è lo sforzo appena compiuto. Ma che atletismo ci mostra?!
Viene da chiedersi se a sciatrici come lei funzioni l’amigdala. Sembra non abbiano davvero paura proprio di niente. Basti pensare che alla 100° gara di Cortina, quella del 26 gennaio dove Sofia arrivò terza a parimerito, di atlete ne caddero addirittura 12.
Nessuna paura. Mai.
È questa la chiave di vita di atlete (e campionesse!) come lei. Nessuna paura: né delle piste, né delle avversarie, né degli infortuni. E quanti ne ha visti, Sofia.
Giusto per farsi un’idea.
2007: a nemmeno 15 anni, la Goggia apre le danze con una bella rottura del legamento crociato e del menisco del ginocchio destro.
2008: come non rompersi l’altro menisco dello stesso ginocchio?
2011: ad Altenmarkt riporta un trauma cranico ed un infortunio muscolare, in febbraio.
2012, febbraio, stavolta ad Andalo. Crociato e menisco del ginocchio destro in Coppa Europa ‘le fanno ciao’ come le caprette di Heidi. Si vede che non le era bastato l’infortunio precedente.
2013, Lake Louise. Ecco il debutto sui referti del ginocchio sinistro: addio al crociato e pure ai due menischi. Però ora basta. Per cinque anni dei medici non c’è ombra, nella carriera della Goggia.
Sofia da quel momento è implacabile e vince, vince, vince! Ciliegina sulla torta, l’oro Olimpico a PyeongChang, 2018. Ma troppo oro forse distrae.
2018, ottobre. Hintertux, Austria. Frattura del malleolo peroneale destro in allenamento.
2020: febbraio (a quanto pare mese fortunato per Sofia) a Garmisch è il turno del radio del braccio sinistro.
2021, sempre a Garmisch: torna il ginocchio sotto i ferri per una caduta su una pista turistica a gara annullata: frattura composta del piatto tibiale laterale.
2022: a gennaio una microfrattura al perone, distorsione al ginocchio sinistro e lesione del legamento crociato. A Cortina. Olè.
2022, a dicembre a St. Moritz, una delle sue frasi forse più celebri: “mi sa che ho rotto la mano“, così, in tranquillità a fine gara con mascherina e sci ancora su. neanche a dirlo, frattura scomposta di secondo e terzo metacarpo della mano sinistra.
Ed eccoci qua, ad aspettare ancora una volta che Sofia recuperi da un’infortunio. Con la grinta e l’impavidità che la contraddistinguono da sempre. Il mondo ti attende in pista.