Fefè De Giorgi: la simpatia e professionalità di un piccolo grande uomo
Il ritorno di Ferdinando Fefè De Giorgi a Belluno, quarant’anni dopo quel match tra due sestetti neopromossi in serie A1: la Damiani Belluno e il Victor Village Ugento. Questa volta per la presentazione del suo libro: “Egoisti di squadra”.
“Mi trovavo a Torino a vedere Jannik Sinner alle Atp Finals – racconta il presidente della Pallavolo Belluno Sandro Da Rold – in centro c’era proprio l’allenatore della nazionale che raccontava alcuni aneddoti delle sue imprese. Mi sono presentato e mi è venuto spontaneo chiedergli se poteva venire anche a Belluno a passare una serata insieme a noi a parlare di volley.” Detto fatto e a distanza di un paio di mesi la serata è stata organizzata.
“Mi ricordo benissimo di queste zone – È De Giorgi a parlare – Non solo per averci giocato, ma anche per essere venuto come allenatore quando la Sisley giocava qui da voi.”
Il tecnico azzurro ha passato il pomeriggio insieme ai ragazzi della Pallavolo Belluno compreso un aperitivo Piazza dei Martiri, prima dell’inizio della serata organizzata nel vicino Centro Giovanni XXIII in Piazza Piloni.
“So che c’è molta voglia di volley in questa provincia. Non posso che augurarvi di riuscire in questo bellissimo sogno di tornare in serie A1.” Nella vostra squadra – continua a raccontare Fefè – ha giocato anche un mio grandissimo amico, il bulgaro Mitko Todorov,” Stiamo parlando dell’ ultimo anno in assoluto in serie A1 della società dell’allora presidente Maurizio Paniz, presente in prima fila ieri sera.
Todorov e il giovanissimo Romanelli avevano giocato in precedenza proprio ad Ugento. “Venni a trovare MiRko durante la pausa natalizia”
Il bulgaro arrivò a Belluno a fine carriera con qualche acciacco, ma ad Ugento aveva fatto faville. “Quanta strada è passata da quei tempi.” De Giorgi ha giocato fin oltre i 40 anni. Una carriera luminosa “malgrado la mia altezza, un metro e 76 con la rincorsa. Uno degli insegnamenti della mia vita è che bisogna sempre abituarsi a pensare agli aspetti positivi, mai solo a quello che ti manca.”
De Giorgi parla dei temi inseriti nel suo libro e lo fa dialogando anche con il pubblico, raccontando il suo percorso sportivo. “Vedo un alzatore più alto di me e lo saluto volentieri.” Il riferimento è a Walter De Barba, alzatore e capitano del Belluno degli anni d’oro. “Con questa altezza ho raggiunto la Nazionale, non mi sono mai buttato giù perché ero piccolo.” Vengono proiettate anche immagini di Ferdinando accanto ad atleti molto più alti di lui. “Figuratevi quanto ero forte a muro”
La forza di questo personaggio sta proprio nel saper sdrammatizzare, vivere con serenità sia le vittorie che le sconfitte. “Mi chiamavano Mosca Fefé per la confusione che ho sempre creato in spogliatoio.” Ecco svelato anche da dove nasce il suo soprannome Fefè, attaccato alla sua pelle da sempre.
“Sono anche stato esonerato tre volte, ma non l’ho messo nel mio curriculum, fa brutto. Però mi è servito molto: tutto serve per migliorarsi.”
Ora il sogno si chiama Olimpiadi di Parigi. “Prima ci dobbiamo qualificare. Una cosa alla volta. dobbiamo vivere comunque tutto con tranquillità, passo dopo passo. Non deve diventare un tarlo fisso.”
L’Italia del volley in effetti ha vinto l’impossibile tranne i Giochi Olimpici. “Si deve avere la giusta tensione verso l’obiettivo.” È un vero piacere ascoltare una persona così semplice. Doti che appartengono proprio ai grandi campioni.
“È una sottile questione di equilibri. Non esiste la squadra perfetta, ma se ci si aiuta tutti allora si può vincere.”
Sandro Da Rold lancia una proposta al suo ospite. “Fra quattro anni devi tornare a Belluno, ti tengo il posto come primo allenatore della mia squadra, per quando arriveremo in serie A1.”
Il numerosissimo pubblico sorride e applaude. “Sognare non è mai stato un difetto.”