Tutti a bordo, si vola! Il meraviglioso giro in mongolfiera alla Sagrantino Cup con TorreNera Balloon
Uno dei desideri più comuni dell’uomo è quello di volare.
Gli animi più sognanti vorrebbero essere come Peter Pan che con un po’ di polvere di fata apre le braccia e si libra in cielo, i più pragmatici vorrebbero poter sempre viaggiare in aereo per raggiungere qualche luogo paradisiaco. I più temerari volare in parapendio, giù nelle gole sfiorando i fianchi delle montagne, i più romantici in mongolfiera per osservare tutto dall’alto: i tramonti, il mare, le distese incontaminate, come quelle in Africa o in Asia.
Ci sono dei viaggi in mongolfiera che sono diventati un classico nell’immaginario comune, come i voli sulla Cappadocia o sul Serengeti, sulle Alpi e…su Todi.
Nella piccola cittadina umbra, dispersa nel verde del centro Italia, è diventato attesissimo l’appuntamento annuale della Sagrantino Cup, il Gran Premio Mongolfieristico che solo nella passata edizione ha registrato qualcosa come oltre 90 equipaggi, provenienti da tutto il mondo.
Sono ormai trentacinque le edizioni disputate di questo Gran Prix e sia per i cittadini che per i piloti è diventata una consuetudine alzare il naso all’insù al mattino presto in agosto.
Anche per chi romantico lo è poco, vedere quella distesa di colori silenziosa che all’alba s’innalza sul colle di Todi è uno spettacolo davvero unico.
Tutti insieme quei giganti di tela vengono spinti in alto dalla combustione del propano e, da pesanti ed ingombranti cestelli, si tramutano in piccolissimi e iridescenti palloncini sui cieli pastello dell’alba, con i girasoli a fare da splendida cornice.
Nel guardare questo incanto da terra, allibiti dalla bellezza di quella danza, non possiamo sprecare altro tempo: dobbiamo affrontare le vertigini. Dobbiamo salire su una mongolfiera perché, se è strepitoso vederle da terra, sicuramente salirci sopra trasmetterà ancor meglio quella meraviglia.
Detto fatto. L’appuntamento è alle 5.30 di mattina. Parco Acquarossa, Gualdo Cattaneo. Si parte.
È ancora notte e la strada per arrivarci è chiaramente deserta. C’è un sottile strato di nebbia nella vallata del Parco, che rimane sotto il livello della strada, da lontano.
Avvicinandoci al punto di ritrovo, quella che sembrava quiete nella notte in realtà si scopre essere un brulicare di equipaggi muniti tutti di jeep e cassoni, che stanno già smontando tutto l’occorrente dai veicoli, preparando funi, bombole, guanti…
C’è anche chi mette un po’ di musica classica in sottofondo (oppure qualcuno ha proprio un pianoforte) ma il sole ancora non si fa vedere nonostante il richiamo melodico. Al buio tutto ha un fascino particolare, sembra che le persone siano operai che devono innalzare il sole.
Arriva Gilberto, indaffaratissimo tra direzioni da dare e messaggi da scrivere, che ci indica un uomo in lontananza da raggiungere. “Buongiorno, sono Giulio e oggi sarò il vostro pilota.” Il nostro volo sarà sulla mongolfiera della TorreNera Balloon, non stiamo nella pelle.
Nel mentre incontriamo di sfuggita anche un altro uomo indaffaratissimo che sfreccia via con il suo motorino: Ralph Shaw, l’organizzatore dell’evento, che saluta e poi scompare nel trambusto nell’ombra.
Gli equipaggi sono messi tutti a lato della strada, tutti svolgono le operazioni verso il campo esterno, per non intralciarsi l’un l’altro. Ecco il cestello. Si distende un telo enorme. Ci vogliono quattro persone per srotolarlo e ci sono anche due aitanti bambini che aiutano nelle operazioni.
In un attimo, tutto si fa luce: si accendono i primi fuochi dalle bombole, sembrano pericolosissimi lanciafiamme, ed ecco il sole. Inizia ad esserci fretta, bisogna tirare le funi, drizzare i cestelli. ‘Fuoco! Tira! Un attimo ancora, fallo spostare più in là…fuoco!’
Il pallone si gonfia, si alza, inizia a smuovere il cesto che è sdraiato a terra ma che si drizza quasi subito. Bisogna salire! Oddio, e come si fa adesso? Non c’è uno sportellino per entrare? Eh no, la cesta non ha nessuna apertura. Ci sono solo due fessure per i piedi: “salta su, veloce!”
Oplà, tutti a bordo, si va! Si lasciano le funi, si dà un altro po’ di fuoco, la mongolfiera si stacca da terra e gli spettatori salutano sbracciando.
Che poi gli spettatori sono coloro che rimangono a terra o noi che stiamo salendo?
L’ascesa è velocissima, come l’ascensore di un grattacielo, a chi è pauroso manca un po’ d’aria, ma è tutto così incantevole…siamo circondati da palloncini colorati. Il vento ci sposta un po’ in obliquo e la salita è ancora più magica.
I raggi del sole filtrano dalla nebbia. I colli attorno corniciano l’orizzonte e tutto ha un contorno dorato.
La cosa più straordinaria e forse impensabile del volo è il totale silenzio, a tratti bruscamente interrotto dalle vampate di propano che brucia proprio sopra le nostre teste, inondandoci di calore.
Non si sente assolutamente nulla! Se si fa attenzione si arriva a percepire perfino i respiri dei compagni di volo. Le macchine passano sotto di noi, ma non arriva suono. Neanche quello dei trattori, il rumore del vento tra le foglie, dei motorini…solo un panorama mozzafiato e silenzio totale.
È pazzesco come l’unico suono che viene da terra sia l’abbaiare dei cani, che vogliono proteggere le loro proprietà da quelle grandi ombre che gli passano sopra. Ancora una volta la natura ci ridimensiona: gli artefizi dell’uomo non arrivano così in alto, ma la voce dei cani sì.
Non è troppo freddo in quota, non c’è vento, nonostante i due giorni precedenti abbia piovuto molto e le mongolfiere non fossero nemmeno partite. Abbiamo avuto anche la fortuna di poter “salpare per il cielo”, alla fine.
Attorno a noi c’è qualche equipaggio che si muove nella nostra stessa direzione a quote differenti. La nebbia di colpo si dirada, ora siamo i veri padroni delle colline. Qualcuno già sta atterrando schivando olivi e vigne.
Si vede proprio tutto e viene da piangere da quanto è bello. Quel cestino di vimini, esattamente come nel 1800, ci sta facendo vedere cose pazzesche. Giulio irrompe nel silenzio. “Là in fondo c’è Assisi. Di fronte a noi Spello e Trevi.”
“Dall’altra parte a destra c’è Spoleto e guardate che fenomeno incredibile di là, sui monti: le correnti d’aria fanno sì che si crei una cascata di nuvole tra cima e valle“. Un fenomeno che si può vedere solo dall’alto.
Si vede anche Todi, dalla parte opposta: la stiamo lasciando alle spalle e l’alba la illumina.
“A che quota sei?” — “Quasi 3’000 piedi, 80 gradi, 4 nodi”. È particolare sentir parlare un pilota nel gergo aeronautico proprio accanto a te e non attraverso gli altoparlanti di una cabina d’aereo; ti dà una certa sicurezza quando non si hanno i piedi per terra.
Così sorvoliamo Bevagna e tutte le stradine di campagna che tagliano i campi e che creano giochi di ombre con gli alberi che le limitano. Il tempo sembra essersi fermato.
Ogni tanto il capitano controlla le bombole ai quattro angoli del cestello e i suoi spostamenti ci ricordano che siamo appesi in aria ad un pallone: variando un po’ i pesi il cestello di vimini dondola leggermente emettendo qualche scricchiolio. Fa al contempo sorridere ed intimidire l’aver paura per quei semplicissimi spostamenti.
Il sole d’agosto sale più veloce di quanto abbia fatto la nostra mongolfiera ed ecco che si inizia a perdere quota. Piano piano si comincia a planare sui campi e le ombre si allungano. Sembra di poter toccare le fronde più alte!
Mentre il nostro capitano controlla e sceglie il punto di atterraggio, da terra ci segue il resto della troupe. Ancora qualche comunicazione radio e la discesa diventa sempre più veloce. “Tenetevi forte, potremmo avere un atterraggio scattoso!”
In effetti non dovrebbe essere facilissimo far atterrare una mongolfiera senza carrelli e senza volante, a parte dei tiranti. Sicuramente non è come parcheggiare una macchina e all’atterraggio si potrebbe sobbalzare un po’.
Non è stato il nostro caso: insomma, un volo eccezionale. Una partenza fortunata, una giornata meravigliosa, un atterraggio morbido grazie alla bravura del pilota della TorreNera.
C’è stata data una sola regola, salendo a bordo della mongolfiera: seguire le indicazioni di Giulio quando sarebbe stato il momento. Così restiamo tutti immobili mentre il pallone si arena a terra ed una jeep si sta avvicinando al punto di atterraggio.
Al via libera, scendiamo uno alla volta usando le fessure ed ecco che dalla macchina sbucano i due bambini tutti felici. Vengono presi i tiranti e il pallone da verticale si abbassa fino a toccare terra.
Ricominciano le operazioni di riavvolgimento e, dopo aver tolto tutta l’aria da dentro, è come piegare un enorme sacco a pelo: c’è la busta, c’è il telo che bisogna rifare su sé stesso. È bello anche poter dare una mano a queste operazioni, insomma, chi mai si sarebbe aspettato di poter ripiegare una mongolfiera?
Giulio e Mia, la sua compagna, si adoperano in collaborazione per mettere tutto in ordine e i due bambini, che sono la loro fotocopia, seguono le direttive dei genitori, con un po’ di sonno che si legge dagli occhietti. Una bella famiglia, felice nel seguire la propria passione ed entusiasta nel farla vivere agli altri.
Quando le operazioni finiscono sono le otto e mezza e, una volta caricato tutto nel cassone, si torna tutti insieme alla base dove ormai non c’è quasi più nessuno.
Sembra essere passato un attimo o poco più, nonostante le emozioni siano state immense ed irripetibili. Vedere i mattonati delle case, la nebbia che scopriva le querce, l’alba che dipingeva tutto di giallo, le ombre degli alberi allungarsi e poi accorciarsi, le tegole dei centri storici…
L’idea che ci eravamo fatti prima di partire era giusta, ma non adeguata: lo spettacolo dall’alto è un’emozione pazzesca, ma ancora meglio di quanto avevamo potuto immaginare. Chissà cosa avranno pensato le persone appena sveglie affacciate dalle proprie finestre, vedendo passare quello sciame colorato nel cielo.
Ora c’è giusto il tempo per un buon caffè ed iniziare la giornata. E chi ben comincia è già a metà dell’opera!
P.S. Per tutti i romantici abbiamo una bella notizia: Giulio e la sua troupe organizzano viaggi in mongolfiera. Sulle Alpi innevate, su Todi e non solo…quindi non perdete l’occasione per visitare il loro sito e…magari iniziare a sognare…
TorreNera Balloon è raggiungibile attraverso il loro sito www.torreneraballoon.com oppure attraverso questi contatti: info@torreneraballoon.com – 333 8521472