Sinner si impone due volte su Djokovic e l’Italia va in Finale a Malaga
L’Italia batte la Serbia e vola in finale. Dopo quasi 50 anni il sogno di vincere per la seconda volta la Coppa Davis torna ad essere reale. L’anno scorso l’Italia perse una bella occasione bloccandosi proprio in semifinale contro il Canada che diventò poi campione battendo l’Australia, team che gli azzurri affronteranno oggi pomeriggio. Ma un anno fa non c’era nessun grande big presente, Nadal e Alcaraz out per la Spagna. quest’anno a nobilitare la manifestazione la presenza del numero uno Nole Djokovic.
“Ma noi abbiamo Sinner” urlano i tifosi all’interno del palazzetto, e non un Sinner qualsiasi, ma un Sinner in edizione deluxe, che arriva a questa finale da numero 4 al mondo, da fresco finalista al master di Torino, dove ha battuto per la prima volta nella sua carriera il numero uno al mondo Djokovic. L’altoatesino è in fiducia, ma per portare l’Italia in finale serve per forza almeno un successo contro il campione serbo. E forse anche due, in caso di sconfitta nel primo singolare.
Volandri prova a gettare nella mischia Musetti, che però perde e si perde contro Kecmanovic. Un anno difficile per lui, pochi risultati, molta confusione nel suo tennis, esteticamente di assoluto livello, ma che necessita anche di maggior sostanza. Lorenzo ci prova, vince a fatica il primo set poi un guaio fisico lo blocca sul più bello.
Che sia ancora la sfortuna a girare contro l’Italia? L’incubo dello scorso anno è dietro l’angolo. La passata edzione si fermò Berrettini, mai più di fatto ripresosi. Perde Musetti, ma “Noi abbiamo Sinner“, che entra in campo come se fosse la finale di Torino. Anzi meglio. “Giocare per la Nazionale ha un sapore diverso ed intenso, è un privilegio per me avere questa responsabilità.” Djokovic paga dazio e va sotto con un clamoroso 6-2.
“Non può essere vero che la partita vada così. Nole ha sette vite come i gatti, figurati se finisce qui.” Questo il pensiero di addetti ai lavori. E tifosi come Alessandro Rosina che è presente con la sua sciarpa inneggiante ai grifoni del Genoa – c’era a Torino e c’è anche a Malaga.
Sinner ha fatto di nuovo tornare ad essere popolare il tennis in ogni angolo della penisola. Tutti stanno seguendo la partita, chi in diretta live, chi con il punteggio. Detto fatto, eccoci al terzo set.
Il serbo sembra avere qualche briciola di energia in più, ma Sinner non è uno che molla mai. Nemmeno quando serve sullo 0-40 tre palle match a favore di Djokovic. “È finita. Tre punti consecutivi sono davvero troppi. È stato bello.” Ed invece la freddezza di Jannik, insieme ad una lieve minor lucidità del suo avversario hanno portato l’Italia al miracoloso recupero. Jannik non sente ragioni: un colpo dietro l’altro macina punti e non solo si porta in parità, ma supera piano piano e piano piano si ferma. Immobile sul campo, come se fosse incredulo della sua innata bravura. Djokovic è sconfitto. Italia- Serbia sono sull’uno pari. Il doppio deciderà la squadra finalista he affronterà gli aussie australiani.
L’emozione è palpabile. Ci sono tanti serbi nel palazzetto ma si sente quasi solo il tifo italiano. Djokovic appare a tratti frastornato e anche frustrato per quello che succede dentro e fuori dal campo. È di nuovo Sinner contro Djokovic, ancora una volta nella stessa giornata. Attori partecipanti anche Sonego e Kecmanovic, colui che aveva battuto Musetti qualche ora prima.
I serbi se ne stanno spesso tutti e due a fondo campo. Sinner e Sonego si spingono di più anche a rete. Si giocano sassate da fondo campo alternate a colpi di fino davvero apprezzabili. L’Italia vince il primo set e resiste al tentativo di recupero nel secondo dei due serbi.
C’è ancora da rimontare uno 0-40 sul servizio di Sinner. Impesa che riesce un’altra volta e dà il definitivo via libero alla finalissima. Volandri abbraccia i suoi due campioni. Sonego canta al microfono il nome del suo compagno. Stanchi ma felici torniamo a giocarci la vittoria di una Coppa Davis.
Mentre in tribuna c’è anche un sorridente novantenne, non uno qualsiasi. Ha il bastone in mano, ed osserva con attenzione cosa sta succedendo in campo. Certo non poteva mancare Nicola Pietrangeli il capitano della spedizione cilena del 76 che regalò fin’ora l’unico successo in Davis della nostra storia.
Ora dobbiamo battere la regina di questa competizione, l’Australia. Due volte finalista in due anni consecutivi: la sete di vittoria sarà molta.
Ma dopo Djokovic nulla ci fa più paura e forse è proprio solo questo il vero grande pericolo che ci divide dalla seconda insalatiera. “Ma noi abbiamo Sinner.” Forza Italia, forza azzurri!