“Lo sci è la mia passione” Cecilia Pizzinato si prepara a diventare grande
A 18 anni Cecilia ha le idee molto chiare. Lo sci è la sua vita. Da quando aveva 6 anni. “Ho iniziato tardi, molti campioni mettono gli sci ai piedi già a soli 3 anni.”
Nata a Milano, ma se le chiedi di dove sei, ti risponderà “Sono di Courmayeur.” Dove vive insieme a mamma e papà, che fa il pendolare su e giù da Milano.
Per la precisione Cecilia abita nel villaggio di Dolonne, proprio di fronte a Courmayeur, ai piedi del Mont Chetif.
Sono sufficienti pochi minuti per accorgerci che Cecilia possiede la grinta tipica dei numeri uno. “In molti da piccoli si divertono a fare i salti fuori pista, io ho sempre trovato la mia passione nel disputare le gare, anche se all’inizio me ne facevano fare poche, soltanto un paio all’anno. La prima non la dimenticherò mai: sono andata giù dritta, ho tagliato tutte le porte. La seconda un anno più tardi molto meglio, sono arrivata seconda e da lì ho iniziato a fissarmi, volevo vincere e sono diventata sempre più competitiva.”
Ci troviamo nel salotto di casa Pizzinato a bere una tazza di tè preparato da mamma Elena, mentre due cagnolini annusano le nostre scarpe – Spino e Viola cercano di capire se possiamo diventare loro amici oppure no.
Una casa di quelle tipiche di montagna, calde e accoglienti, in cui subito si crea un clima molto familiare.
“Cecilia in realtà aveva iniziato con il judo” Ci tiene a precisare Elena, cui segue immediata la conferma della figlia. “Vero, il mio obiettivo era mettere al tappeto i maschietti.” Poverino quel malcapitato che ti sei trovata davanti. “Sì, l’ho steso in un attimo.” Cecilia se la ride di gusto. E poi ripensa a quanto appena detto, puntualizzando. “Lo sci è in realtà presto diventato qualcosa di diverso dal semplice andare solo diritti e veloci. Si sono aggiunte tante cose.”
Il tempo non ci manca per ascoltare Cecilia, che diventa un vero fiume in piena, contenta di condividere le sue esperienze.
“Mi piace molto concentrarmi sui piccoli movimenti, ho affinato la tecnica sempre più. Sono una vera perfezionista, mi da fastidio non riuscire a capire il perché delle situazioni che mi circondano. Devo avere chiaro su cosa lavorare, avere tutto in testa. Anche se non sempre è possibile. Bisogna sapersi concentrare sulle cose essenziali. Me lo dice sempre Paolo.”
Gli occhi di Cecilia si illuminano al solo pensare a Paolo. “Paolo Loner, mental coach di Sport4life, mi ha insegnato a mettere ordine alla mia agenda. Io che ero abituata a fare tutta da sola, ho trovato in lui il mio faro illuminante. Con Paolo, insieme al mio super coach Peter Angster, formiamo davvero una bellissima squadra. La tecnica da una parte, la mente dall’altra. Lavoriamo nella stessa direzione. Sono davvero molto fortunata.”
Cecilia è una ragazza al tempo stesso determinata e gentile e durante la chiacchierata si possono osservare entrambi questi lati del suo carattere. “A volte mi si rimprovera che sono troppo buona e che devo imparare a diventare un po’ egoista.”
Lo sci è in effetti uno sport individuale, ma ha anche la caratteritica che gli allenamenti sono condivisi con altri atleti. Cecilia fra l’altro appartiene allo stesso sci club di Federica Brignone.
“E magari lo stesso allenatore segue in contemporanea le altre tue compagne. Ci sono spesso equilibri così sottili, che devi imparare a gestire. Siamo un gruppo, ma poi quando si è in gara ognuno è solo contro tutti.”
LET’S GO CECI
“In gara non pensi a nulla. Non c’è la percezione del tempo, di dove ti trovi. Viaggi in un’altra dimensione. Si vive in uno stato di flow. E così dovrebbe essere dal cancelletto fino al traguardo.”
Solo ad ascoltare Cecilia si può immaginare l’ansia che una gara può provocare.
“È una condizione necessaria, ti fa essere pronto a reagire quando serve. Ma se penso al tempo che passa nello slalom speciale e gigante tra la prima e la seconda manche, benedico le specialità della discesa libera e del super G: un’unica discesa, vada come vada. Mi considero una ragazza particolarmente ansiosa e di quella pausa ne farei volentieri a meno. Se hai fatto bene la prima manche, senti la pressione del risultato che si avvicina. Se sei andata male, beh allora ti butti nella seconda senza pensarci troppo, ma con poche possibilità di ottenere un buon risultato. Però riconosco che l’ansia è una condizione necessaria, ci deve essere, ti rende pronto a reagire quando serve. Devi semplicemente imparare a gestirla.
Non dico che sia uno stato d’animo divertente, ma l’ansia in qualche modo da’ colore alla mia vita, è un’importante compagna di viaggio.”
Una parola! Facile a dirsi, difficile a farsi. Qualche esempio concreto?
“Si parte dal controllo dei materiali, sci e scarponi, per poi passare ad una attenta ricognizione del tracciato: l’avere memorizzato per bene tutte le porte aiuta molto. Trovo importante provare la sensazione di aver già fatto quella discesa, anche se poi la visualizzazione non può mai esere uguale alla realtà.”
Lo sci è uno sport di adattamento. Un attimo c’è il sole, un altro c’è vento e poi magari arriva pure la nebbia. Gli eventi atmosferici non sono controllabili. “Paolo me lo dice sempre: ‘Lavora solo su ciò che puoi controllare, per il resto prendi atto che non ne hai nessuna colpa.’ E soprattutto devo concentrarmi sulle cose. che vanno bene e non solo su quelle negative.
L’attenzione deve essere sempre massima. Quando sbagli devi in un attimo registrare l’errore e dimenticartelo subito. Per questo si dice che l’errore ti sveglia. Un po’ come il rumore dei tuoi sci. Che si sente ancor di più quando la neve è ghiacciata. Gli sci continuano a sbattere. È un rumore che mi piace e che al tempo stesso metteallerta.”
La stagione è lunga, sono previste almeno 60 gare. 300 ore di allenamento per soli 60 secondi di discesa.
Ci sono mille cose da raccontare ma si fa tardi e allora usciamo. Due passi per Dolonne a vedere il magnifico panorama delle montagne valdostane.
“Ecco perché ho scelto di sciare. Mi piace stare all’aria aperta, non importa se fa freddo e se mi vengono le unghie nere (che nascondo mettendomi dello smalto) per via degli scarponi strettissimi. Uso tre taglie più piccole, mi devo sentire bene per terra.
Cos’è per me la felicità? Salire durante la settimana sulle mie montagne. La mattina presto vedere la neve illuminata dal sole, mentre sono da sola in pista. Allora scendo veloce, giù dritta come facevo da bambina.”
Sta per tramontare il sole. E presto comincerà un’altra lunga stagione invernale. Fatta di tanti allenamenti, ed altri 60 secondi di gara. “Non vedo l’ora di ricominciare. Tanti sacrifici, ma la mia vita non la cambierei per niente al mondo.”