Umago, la terra di Sinner (gallery)
Per una settimana Umago è stata il centro del mondo del tennis, grazie alla presenza di molti giovani giocatori destinati a diventare dei campionissimi di questo sport: Alcaraz, Sinner, Musetti e Rune, Zeppieri. I primi due sono già dei top 10 affermati (e questa classifica gli sta benissimo), il danese ha già raggiunto i quarti di finale di uno Slam, al Roland Garros di quest’anno, mentre Musetti ha vinto il suo primo titolo ad Amburgo, un ATP 500 che ha avuto il sapore di riscatto, battendo in finale proprio Alcaraz. È bene sempre ricordare che si parla di classi dal 2001 in avanti.
La validità di un torneo non si vede però solo dalla lista degli iscritti, ma anche da chi arriva in fondo. Ed in questo Umago si ha nuovamente fatto bingo. Le prime due teste di serie sono entrambe arrivate infatti all’appuntamento conclusivo, cosa per niente scontata. Non ce l’ha fatta invece Musetti a tenere mentalmente la fatica di aver vinto il torneo in Germania, lasciando spazio al connazionale Cecchinato, mentre Rune è naufragato nel tennis dello spagnolo Zapata Miralles, non senza aver dato prova di un tennis qualitativamente altissimo.
L’albo d’oro di questo ATP 250 è degno di un torneo decisamente di categoria superiore. Alcuni nomi delle super star vincitrici in Croazia: Moya, Rios, Ferrero, Robredo, Davidenko, Rublev, Cilic…ed ora si aggiunge anche Sinner, il terzo italiano a imporsi qui dopo Fognini e Cecchinato, rispettivamente nel 2016 e 2018.
Tutto esaurito al Goran Ivanisevic Stadium per una finale lunga, combattuta a suon di colpi profondissimi con Alcaraz a comandare ad inzio match e poi perdersi già dall’inizio del secondo, quando l’ago della bilancia della partita sembrava andare decisamente verso lo spagnolo. A bordo campo è stato evidentissimo il momento in cui Sinner si è fortemente arrabbiato con sé stesso per quel colpo a rete sbagliato, l’ennesimo di una serie settimanale: il 6-5 del tie break si è trasformato in primo set Alcaraz. Ma la forza mentale di Jannik è sempre più impressionante. Da quel breve momento d’ira, ne è partito uno stato d’animo incredibile, una forza che superava di gran lunga quella fisica: la potenza dei dritti di Jannik era niente a confronto della sequenzialità con cui li scagliava. Un’onda mentale pazzesca. E così Umago potrà essere ricordato anche come il primo torneo sulla terra battuta vinto dall’altoatesino. Che da subito ringrazia tutto il suo staff per i risultati fin qui raggiunti. L’empatia che si è creata con il suo tecnico Simone Vagnozzi è sempre più evidente e la scalata alla classifica mondiale è ancora tutta da disegnare.
Bellissima l’immagine dei giovani protagonisti durante la premiazione sorridenti, entrambi a riservarsi reciproci complimenti. Un altro dietro le quinte da raccontare: la spontaneità di quei gran sorrisi. Sinner voleva (di nuovo) issare il trofeo per le foto insieme, ma avete visto di che trofeo si tratta? Una statua di vetro alta qualcosa di simile al metro. Che già aveva alzato poco prima, appunto, perché appena consegnato è spontaneo alzare la coppa al cielo. Impresa impossibile per le stanche braccia di Jannik che ride per lo sforzo e si giustifica con Carlos che lo guarda: “ehi, tu lo sai come mi sento!” Scoppia la risata tra i due. Eh sì, perché Alcaraz lo sforzo di issare quell’enorme titolo l’aveva giusto provato l’anno scorso!
Fuochi d’artificio in campo come di consuetudine al Plava Laguna Stella Maris al termine della premiazione.
Di scontri diretti ne vedremo ancora molti durante la loro carriera. Dal primo face to face di novembre a Bercy vinto da Alcaraz, per passare agli ottavi di finale a Wimbledon vinti da Sinner ed ora alla finale di Umago.
Peccato solo che questa settimana sia volata in un lampo. Appuntamento all’anno prossimo.
GALLERY con foto di Roberto Dell’Olivo e Marta Magni