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Goran Ivanisevic, dal servizio (vincente) al servizio (di Nole)

Gli appassionati di tennis conoscono bene il nome di Goran Ivanisevic. Chi di loro ha qualche anno in più, diciamo sopra gli “anta”, ricorda molto bene l’Ivanisevic grande giocatore, soprannominato “Mr. Ace” per il formidabile servizio mancino, vincitore di 22 tornei e capace di issarsi al n. 2 del ranking mondiale. E famoso, oltre che per il talento, anche per le sue follie in campo (tra i suoi soprannomi c’erano anche “Goran Crazevic” e “Cavallo pazzo”, tanto per capirci), tra racchette rotte, errori a ripetizione in campo finché quel determinato colpo non entrava, doppi falli che nei momenti meno opportuni facevano da contraltare agli ace sfornati in quantità industriale (fu il primo a superare quota 10.000 ace in carriera, nonostante nei primi anni della sua carriera non veniva ancora tenuta la statistica ufficiale dall’ATP, quindi in realtà sarebbero molti di più). Del resto, come lui stesso spiegava – tra il serio e il faceto – nelle conferenze stampa dell’epoca, ogni volta in campo scendevano tre Goran: il buono, il cattivo e il Goran 911 che interveniva quando la situazione si faceva critica.

Goran Ivanisvic protagonista nel torneo delle Leggende al Roland Garros del 2022 – foto RDOSPORT & Marta Magni Images

Praticamente tutti gli appassionati over 35 del Goran giocatore ricordano soprattutto la sua incredibile vittoria a Wimbledon nel 2001. Dopo tre sconfitte in finale, la prima delle quali – nel 1992 contro Agassi 6-4 al quinto – a detta di molti ha forse indirizzato la sua carriera (aveva 21 anni: avesse vinto, come in molti pronosticavano, forse il Goran cattivo non si sarebbe palesato così di frequente in campo…), quando a trent’anni stava già imboccando il viale del tramonto anche a causa dei problemi alla spalla sinistra che non gli davano tregua, riusciva finalmente a coronare il suo sogno di alzare la coppa in argento dorato destinata al vincitore dei Championship, superando in finale per 9-7 al quinto Pat Rafter. Una vittoria ottenuta dopo essere entrato nel tabellone principale grazie ad una wild card, unico a riuscirci nella storia degli Slam a livello maschile: e chi se non lui poteva riuscire in un’impresa così folle?

Primo piano di Goran Ivanisevic, Montecarlo 2022 – foto RDOSPORT & Marta Magni Images

I più giovani invece conoscono l’Ivanisevic coach. Una professione che in pochi tra quelli che avevano seguito lo spalatino da giocatore avrebbero immaginato intraprendesse, considerato quanto raccontato nelle righe precedenti. Invece lo spalatino prima ha portato il connazionale Marin Cilic al clamoroso trionfo allo US Open 2014 e poi, dopo due brevi collaborazioni con Berdych e Raonic, dal luglio 2019 siede all’angolo di Novak Djokovic – fino allo scorso anno insieme a Marjan Vajda, da quest’anno come head coach.

Goran Ivanisevic insieme a Marjan Vajda Foto RDOSPORT

Con il quale ha chiaramente migliorato in maniera esponenziale il suo curriculum da allenatore, che adesso riporta in bella evidenza le sette vittorie Slam dei suoi allievi: quella di Marin e le sei ottenute da Nole, da Wimbledon 2019 a quello di quest’anno, appena vinto in finale contro Kyrgios. Nella quale il coach croato ha avuto anche più “attivo” del solito, dato che prima della semifinale giocata dal 35enne fuoriclasse belgradese contro Norrie ha dovuto fargli da sparring partner per permettergli di mettere a fuoco la risposta contro un servizio mancino. Insomma, si può proprio dire un servizio al servizio di Nole, anche considerato alcuni aggiustamenti tecnici apportati nell’esecuzione del colpo dal 21 volte campione Slam dopo che l’ex n. 2 del mondo è entrato a far parte del suo team.

Goran Ivanisevic insieme a Novak Djokovic Foto RDOSPORT

Nel suo paese, la Croazia, il 50enne Ivanisevic è ovviamente una leggenda dello sport: soprattutto grazie a quell’incredibile Wimbledon 2001, ma anche in virtù dei due bronzi olimpici in singolare e doppio conquistati alle Olimpiadi del 1992, le prime a cui la Croazia partecipò da stato indipendente, e della Coppa Davis 2005, la prima vinta dalla nazione balcanica (anche se lui, ormai 34enne e già ritiratosi dal circuito, non scese mai in campo). Tanto che Goran è anche testimonial dell’unico torneo ATP che si gioca in Croazia, il Croatian Open di Umago, il cui campo principale dal 2016 è a lui intitolato.

Goran Ivanisevic, con lui in campo c’è sempre da divertirsi Roland Garros 2022 foto RDOSPORT Marta Magni IMAGES

E proprio nell’ATP Stadium “Goran Ivanisevic” gli appassionati che hanno deciso di trascorrere le vacanze sulla costa istriana nell’ultima settimana di luglio per assistere alla 32esima edizione del torneo – che proprio in questi giorni Ivanisevic sta promovendo sulle varie piattaforme social sottolineando la partecipazione di diversi dei migliori under 21 del circuito ATP, a partire dai due top 10 Alcaraz e Sinner e continuando con Rune, Baez e Musetti – potrebbero vederlo scendere nuovamente in campo per un match di esibizione, come fatto in molte delle edizioni precedenti. E come continua a fare spesso nei vari “Tornei delle Leggende”, i tornei di doppio tra campioni del passato che si disputano durante gli Slam.

Goran Ivanisevic, ospite dello stand Sergio Tacchini a Montecarlo 2022 – foto RDOSPORT & Marta Magni Images

E con l’occasione verificare con i propri occhi se quello che ha detto Djokovic dopo gli ultimi allenamenti a Londra corrisponde a verità: “Se riuscirebbe a vincere un game contro di me? Non sottovalutatelo, con quel servizio…

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