La Reunion di Sport4life nel segno delle buone pratiche
Cos’è che rende speciale una persona? La risposta sembra difficile. Ma la realtà è semplice: è la genuina passione che lega questa persona alle sue scelte di vita.
Sembra giusto ieri (frase fatta ma assolutamente sentita) quando, dopo ore di treno, Roberto ed io siamo arrivati a Pavia. Notte, pioggia, frescolino ed un uomo, che di passione ne ha da vendere, che ci aspettava col suo van bianco. La sensazione di positività che ti investe quando lo incontri è palpabile. Insieme a lui un altro uomo, uno dei partecipanti alle due giornate organizzate nell’Oltrepò Pavese proprio da chi ci aspettava. Per chi come me non lo conosce(va), Paolo è un uomo dalla statura imponente, scontato da etichettare come sportivo, con un gran sorriso stampato in volto, ma che al contempo esprime molta serietà.
Ci fermiamo in un locale per un briefing dei due giorni successivi, prima di ricaricare le batterie. In totale saremo ben 25 persone, provenienti da addirittura 9 regioni; servono foto, video, interviste e qualcuno che spieghi come si gioca a padel (Roberto ti offri volontario, vero?) ma Paolo, già sicuro della riuscita del nostro operare, ci lascia carta bianca. Un gesto di estrema fiducia, che mi suona strano, in tempi in cui tutti hanno invece ben in mente quali sono i propri interessi. Scoprirò più tardi di aver “ascoltato” male. Paolo è un mental coach – figura che avevo solo sentito parlare e a cui davo sì una certa importanza, ma che dopo queste giornate reputo indiscutibilmente fondamentale, per un’ atleta ma anche per chi gli sta intorno. È uno di quei ruoli che li hai addosso h24/7su7, non come un camice da lavoro che appendi al chiodo quando esci dall’ufficio. Paolo è anche marito e papà: sua moglie un fiume di sorrisi e il figlio un’ode alla vita semplice e all’amore (a 12 anni fa l’apicoltore e va a pesca con il nonno, si prende cura del suo piccolo coniglietto). Una parentesi importante per far capire quanto riesca a farti sentire a tuo agio in un ambiente totalmente nuovo.
7 maggio, sabato: con Paolo arriviamo alla Oltrepò Tennis Academy a Codevilla. Montiamo banner e roll up, nelle posizioni che reputiamo fotograficamente migliori. Arrivano i primi partecipanti, tra tutti, gli altri due collaboratori della rete Sport4Life, Riccardo Spadoni e Cristiano Pravadelli. La squadra degli organizzatori è quindi al completo, per questi due giorni: Paolo, Cristiano, Riccardo e Roberto. Per il poker Sport4Life manca invece Stefano Massari. Ci credo, con il da fare che avrà con il rientro di Matteo Berrettini”; Stefano infatti è mental coach, niente di meno dell’attuale numero 10 del tennis mondiale – che tra l’altro, è appena uscito vincente dal torneo sull’erba di Stoccarda.
Cristiano terrà le redini dell’incontro mattutino, con un metodo che ho usato anch’io come capo scout e che mi mette anch’esso a mio agio. Uno di fronte all’altro in una lunga tavolata, i partecipanti si raccontano in un incontro face-to-face 5 minuti e poi via, cambio sedia e cambio interlocutore. Chi è dallo stesso lato del tavolo si riunirà dopo per una tavola rotonda. Origliando qua e là mentre registro gli occhi delle persone, i loro gesti e quel bel ronzio d’ambiente incorniciato dalla curiosità, sento parole stupende. Megattere, amore, strada, montagna, forza, impegno, famiglia…ed è già ora di pranzo.
Piccolo break prima di un torneo di padel, di cui con Roberto stiliamo le coppie. Eccolo che si improvvisa Maestro con Cristiano, che sposta i roll-up e Paolo che prende palline e racchette. “Che bella giornata”, non riesco a smettere di pensarlo. Mentre il torneo inizia, ci immergiamo nelle interviste. Chi è fuori da campo, a ruota viene in postazione.
Ma perché lo sport allena la vita? In che modo? Raccontaci la tua storia. Non avevo una valigia così grande per contenere tutti questi insegnamenti. Chi con meno e chi con più difficoltà, tutti parlano davanti all’occhio del grande fratello della mia Canon, con la Nikon di Roberto che immortala gli istanti più belli. Pressione? No, le interviste sono tutte bellissime e fedeli alle domande. Il tempo corre, è già sera e ci gustiamo un buon calice di rosso Bonarda. Tanti i saluti ed i ringraziamenti: alcuni non riescono a fare due giorni consecutivi…oddio, alcuni si fanno Roma-Voghera andata e ritorno in giornata. Follia o passione?
8 maggio, domenica: Paolo perdonerà i (miei) famosi “no dai, 5 minuti in più” che diventano automaticamente 10. Le persone questa mattina sono nuove, quindi si fanno altre conoscenze e questo mi regala ancor più entusiasmo. Nonostante il programma della domenica sia meno lungo del giorno precedente (solo fino a pranzo, niente padel), non varia l’intensità. Questa volta si sta tutti insieme a cerchio in un salotto all’aperto, con il tempo che minaccia pioggia ma con la non curanza di ciò da parte di tutti. Queste donne e questi uomini si raccontano e raccontano le proprie esperienze passando per quelli che sono i punti cardine stabiliti da Sport4Life: ognuno ne sceglie uno, o perché ci ha già scritto un articolo per la rete stessa o perché se lo sente più vicino alla propria esperienza. I dieci minuti canonici diventano mezz’ore ed è meraviglioso ascoltare quelle storie di coraggio, di passione, di dedizione e di amore allo sport, che poi sarebbe alla vita, che quelle persone esprimono.
Sono racconti che talvolta escono lasciando intuire un peso: il vissuto di ognuno è parte viva del parlato. C’è commozione, serietà. C’è gioia e c’è liberazione. Alla fine di ogni racconto, che diventa momento di confronto attivo perché si raccolgono le opinioni altrui, non è una cosa a senso unico, il narratore si sposta di nuovo verso il mio occhio meccanico, si riassume in 40 secondi. Un’esperienza di vita in 40 minuti, 40 minuti in 40 secondi.
Difficilissimo, ma con l’aiuto degli altri diventa di una semplicità unica. “Guarda che così vai benissimo”, “a noi è piaciuto molto quel pezzo in cui dici così”…insomma, in due ore si è creata una mini comunità che già sa tanto di cosa sono fatti i suoi componenti. Sarà un caso che appena finiamo esca il sole? Pranziamo tutti insieme, ci salutiamo.
Già arrivano a Paolo i primi feedback, sono una serie di complimenti che fanno non piacere, di più. Complimenti che passano per tutti i nomi di chi era dietro le quinte. Paolo ha un sorriso ancor più grande. C’è chi riparte per destinazioni lontane come Pesaro, Roma, chi Milano e chi invece non vorrebbe andarsene, perché è sempre così: quando ci si trova bene, non si vuole mai partire.
Cos’è che rende speciale una persona? La risposta sembra difficile. Ma la realtà è che grazie a Paolo, Roberto e Sport4Life, ho scoperto che è inutile cercarla chissà dove. La risposta è semplicemente nel buono e nella passione che si mette nel fare le cose.