PariSwiatek; ciak si gira
Dalla mailing list ufficiale l’appuntamento è fissato per le ore 11 al ponte, tra i più belli, sicuro il più famoso di Parigi: Alexandre III. Da lì la Senna apre la vista sulla Torre Eiffel e le colonne del ponte darebbero sicuramente una giusta quanto bella cornice alla vincitrice del Roland Garros 2022 Iga Swiatek. La speranza è quella che non piova come il sabato pomeriggio: uno scroscione d’acqua ha investito Parigi e gli atleti in campo per le varie finali dell’edizione 2022, tanto da dover rimandare le partite del doppio weelchair alla mattina dopo. Fatalità sempre alle ore 11, cosìche o si è in possesso dell’onnipresenza o si deve per forza fare una scelta. Che è abbastanza scontata.
L’efficienza della metropolitana di Parigi è un dato di fatto, basta avere una cartina in mano o ricordarsi tutti i suoi numerosissimi snodi in quella matassa di colori della mappa per cavarsela senza intoppi. Deciso quindi il percorso, ci inabissiamo nelle gallerie parigine.
Tra i tratti di percorrenza c’è tempo per sbirciare le notifiche sul cellulare ed ecco che evitiamo il danno. Mail delle 9:51: la location non è più il Ponte Alessandro III ma quello di Birk-Hakeim, che a piedi dista la comodissima distanza di 40 minuti. La tempistica è dalla nostra parte. Cambio rotta e alle 10:42 siamo già in mezzo ai colleghi, dopo aver preso un metrò meraviglioso, che da Bercy (ci vediamo a novembre!) ci porta su di un ponte che taglia Parigi a 5 metri da terra: visuale meravigliosa delle case tipiche francesi. Il cambio repentino di location forse è dovuto al tempo che sembra farsi sempre più grigio ed incerto.
Arrivati lì sinceramente rimaniamo un po’ spiazzati. Il belvedere del ponte è pieno di rose calpestate, ceri mezzi sciolti, vetri rotti e mozziconi. SI poteva pensare che qualcuno almeno li accumulasse da un lato. Un signore in giacca blu scuro (il capo dei fotografi, ndr) fa da modella. Utilissimo per regolare le luci. Quasi svizzera più che polacca arriva Iga: è veramente carina, precisa nel trucco e nel vestito bianco. Regolazione luci precedente quasi inutile. È strano notare quanto sia impacciata: con le mani copre il trofeo, lo tocchiccia lasciando impronte e cambia continuamente la direzione dello sguardo. Ogni tanto si ricorda di sorridere bene. Non sa come sedersi con quei tacchi che scoprono il segno dei calzini, ma la troupe la direziona: qua, là, così va bene.
Un flash, “Iga!”, un piccione, quello di fianco che si sposta e ti sgomita, mamma mia quanti siamo appiccicati, un altro flash, perdi l’equilibrio, fatto, sarà quel che Dio vuole. Finito. Ah ma no, non è finito! Si va sotto al ponte del metrò sopraelevato. Corri corri che il posto in prima fila lo becchi! Così è. Ovvio che i posti migliori sono riservati a chi ha più diritto, c’è sempre una gerarchia. Iga arriva per fare questa passerella in direzione delle macchine fotografiche. La scena comica è data dalla sottrazione della scena ad una che sembra una sposa che proprio lì voleva fare uno shooting. E anche dalle persone che in lontananza fanno camei tra le colonne, rovinando la scena. “Monsieur, Monsieur! Madame!!!”. Si riesce ad isolare il posto e a beccare Iga sorridente e soprattutto senza cappello. “Posez le trophée au sol et sautez”…sarà una leggera forma di ipocondria, ma se io fossi in lei userei la candeggina per lavarmi i piedi, dopo aver saltato senza le scarpe!
Risultato finale: eccolo qui sotto. Durata finale: come, solo 25 minuti? Sembrava molto di più. Tempo di una crepe al volo (te la fai mancare, a Parigi?) e di correre a Porte d’Auteuil per le finali, che si riesce a beccare qualcosa del doppio in cui gioca la passata avversaria di Iga; Coco Gauff.
Chissà se oltre ad eguagliare il record di Serena Williams di 35 partite vinte consecutivamente nel circuito WTA, la Swiatek riuscirà a superarla.