Piccole paperelle crescono
Campo 1 del Foro Italico. Sono le sei di sera di mercoledì, l’aria è calda e i pini marittimi allungano la propria ombra sugli spalti a ferro di cavallo. A posare i borsoni sulle panchine per gli ottavi di finale ci sono da un lato Dimitrov-Hurkacz, dall’altro Mektic-Pavic – teste di serie nr. 3 del torneo di doppio degli Internazionali di Roma 2022. Il pubblico del ground inizia a seguire il match: scambi veloci, mani che applaudono. Meglio spostarsi per avere prospettive fotografiche diverse dell’incontro.
Dal gradino inferiore un paio di piccoli occhiali da vista rossi punta nella mia direzione. Riconosco lo sguardo del bambino dietro le lenti e quello del padre seduto al suo fianco: Filippo e Marco, anche loro di Todi (Umbria). “Che cosa inaspettata! Hai visto Alessandra? È lì col berretto rosa e all’angolo c’è anche Amanda!”. Mamma Alessandra è in effetti facile da individuare, ma la figlia proprio no. Al cambio campo Alessandra si avvicina e svela l’arcano: Amanda è nascosta dalla siepe che separa la partita di doppio da quella di singolo, Kasatkina contro Fernandez, al campo 3.
“Dietro la siepe? Ma quindi è proprio in campo?!” Sì, la ragazza in effetti sta calpestando la terra rossa del Master 1000 d’Italia con indosso la divisa dei ballkids, pronta a svolgere il suo importante compito, di fronte alla altrettanto giovane canadese.
Pazzesco.
Pazzesco perché Amanda è una ragazza di quindici anni, che ha sempre avuto come priorità l’andamento scolastico e la sua passione non è il tennis bensì il calcio; in questa stagione ha giocato come terzino nell’under 17 del Perugia.
Una ragazza già visivamente molto atletica: occhi vispi, movimenti rapidi e compostezza la contraddistinguono. La mamma, fiera ma modesta, dice che gioca con l’Under 17 solo perché i numeri del calcio femminile sono bassi, ma è chiaro che le potenzialità per quel livello ci sono tutte. Lo scorso anno Amanda giocava invece per il Terni: entrambe le città hanno la prima squadra maschile in serie B e distano una cinquantina di chilometri da Todi. “Per me/noi è sì un sacrificio questo andirivieni con queste distanze, per gli allenamenti, le partite…ma al primo posto mettiamo la felicità di Amanda (e Filippo). Se loro sono felici, stanno bene e hanno anche la soddisfazione di portare a casa qualche risultato, noi siamo ancor più contenti.” Dice mamma Alessandra.
LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI
Mentre la passione di Amanda per il pallone c’è da sempre, quella per la racchetta nasce recentemente. Due anni fa infatti si era buttata a capofitto in una nuova avventura: quella del raccattare palline ad un Challenger organizzato proprio sotto casa sua, a Todi, ad agosto. Era in compagnia di altri 23 ragazzini di cui quasi la totalità, come lei, non sapeva la differenza tra set e game, non si conosceva tra loro, ma con tanta voglia di stare insieme che li accomunava.
Amanda agli incontri di preparazione era puntualissima e come per la scuola, un’ottima apprendista con tutte le carte in regola per assumersi le responsabilità riservate ai più esperti, di già. Nonostante non avesse mai visto un tie break, aveva subito capito come comportarsi durante lo svolgimento. Mica facile. In campo un team di ballkids deve essere coordinato e attento, sapere cosa fare nell’esatto momento in cui l’arbitro chiama il punto: ne vale, nei casi peggiori, la stabilità emotiva di un giocatore troppo irrequieto. Forse addirittura la partita. Era chiaro dagli allenamenti che Amanda avrebbe tenuto sottocontrollo ogni situazione: i ragazzi vanno sempre incoraggiati e malgrado i primi no alle richieste di fare da capoteam, si evidenziava che ad Amanda un ruolo passivo rimaneva stretto. È così che la sua passione per il tennis è esplosa dentro e fuori il centrale di Todi, alle spalle di Musetti e Cobolli.
Dal nulla assoluto, al seguire attentamente i punteggi di tutte le partite del Challenger in corso sul telefonino. Per divertimento, senza alcuna cognizione di quanta fatica richiedesse stare in campo per tutte quelle ore sotto al sole. Dalle 10 a mezzanotte, con un po’ di pause nel mezzo ma anche alcuni doppi turni, da volontaria instancabile, insieme a quelle che si sono rivelate sue compagne fidate in questa avventura.
Nascono anche le prime preferenze a livello di giocatori. Al solo sentire il nome di Lorenzo Musetti, Amanda, diventa tutta rossa in volto, ma dall’esperienza romana, Grigor Dimitrov lo ha forse superato il classifica. “È un signore, gentilissimo e cortese, ti ringrazia sempre”.
Ci sono tantissime cose da raccontare di questa esperienza, Anche la mamma, prima dell’agosto 2020 non seguiva affatto il tennis, mentre ora esulta ai risultati di Jannik Sinner.
“Quando stava per finire il torneo di Todi (che lo scorso anno si è disputato a luglio, ndr) ho chiesto ad un arbitro di Roma come poter seguire altri tornei e lui mi ha raccontato di un format da compilare per partecipare agli Internazionali d’Italia Così a gennaio ho mandato i moduli richiesti e mi hanno chiamata.”
Quindi era da luglio che pensavi a quando poter ritornare in campo? E non hai mai mollato questo pensiero neanche sotto Natale?
“No no! Poi prima del torneo qui a Roma ho fatto dei raduni di preparazione, però solo 4 e non gli 8 inizialmente previsti (mamma Alessandra ringrazia). Dovevo superare una sorta di esame di ammissione, ma a causa del Covid mi hanno presa direttamente. Così ho iniziato sabato e domenica con le qualificazioni, la mia esperienza doveva finire li, invece poi mi hanno convocato anche per il primo turno del tabellone principale nelle giornate di lunedì e martedì”. Una promozione sul campo che e’ andata rinnovandosi di giorno in giorno. E sempre con viaggio andata e ritorno Todi-Roma.
“Ovviamente: tutte le mattine e tutte le sere, col traffico romano, la superstrada, il lavoro da gestire, ma con la Felicità della figlia al primo posto.” La riprova dell’amore dei genitori, a testimonianza che quando si sceglie la felicità non si sbaglia mai. Amanda infatti è così brava che viene chiamata anche per i quarti di finale sul Grandstand del Foro, alle spalle stavolta del tedesco Zverev e della tunisina Jabeur, fresca vincitrice del torneo di Madrid. “Non credevo che la Sakkari potesse perdere, ha avuto anche un match point!”
Ormai Amanda ci sta proprio dentro al tennis. “Però non dimentichiamoci la scuola: – la mamma Alessandra e’ pronta a frenare un pò i troppi entusiasmi – al prossimo torneo di Todi ci sarà perché l’anno scolastico sarà terminato, ma prima dobbiamo dedicarci sia alla fine del campionato di calcio, in cui le corse fatte sulla terra rossa torneranno utili, sia alle interrogazioni, senza troppe ansie.”
Mamma Alessandra è soddisfatta di sua figlia, stanche dell’ennesima giornata di trasferta ma felici di aver avuto la possibilità di fare anche questa riuscitissima esperienza.
Mi ringraziano perché a Todi, in quel primo approccio al tennis, ero io a coordinare i raccattapalle: come se non fosse loro quella straordinaria forza d’animo. Quale compito più facile se non gestire quegli splendidi ragazzi che mi seguivano rispettosamente e con tanta curiosità? – Il bello è che anche fisicamente, mi seguivano. Sembravo una mamma oca con le paperelle a seguito. È così che li chiamavo, con un po’ di imbarazzo da parte dei maschietti, ma con le risate da parte di Amanda e le altre ragazze.
Dopo il torneo del Foro Italico il calendario internazionale del tennis prevede lo svolgimento dello Slam parigino del Roland Garros. Eccomi così passeggiare tra i viali del club di Porte d’Auteuil, quando vedo alcuni giovani ball boys correre e allenarsi prima di scendere in campo. Ed il pensiero non può. che tornare alla giovane Amanda.
Non mi stupirei se girandomi dovessi trovare una mamma col cappello rosa, un bambino con gli occhiali rossi per mano al papà e Amanda con la divisa arancione, pronta ad entrare nel campo centrale del Philippe Chartier.
La passione fa fare cose davvero bellissime.