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L’Italia non si qualifica, ma esce a testa alta in Slovenia

L’entusiasmo della gara di andata, valida per le qualificazioni ai Mondiali, tra Italia e Slovenia, giocata a Padova e persa di una sola rete dagli azzurri, ha fatto si che per la prima volta nella storia della pallamano italiana venisse organizzata una trasferta all’estero anche per i tifosi. La cittadina slovena di Celje dista trecentocinquanta km da Padova, che corrispondono a poco più di quattro ore di pulman. Tempi e costi sostenibili per realizzare il desiderio degli appassionati dell’handball veneto. Dal Vicentino, Torri di Quartesolo, San Vito di Marano, dal Padovano e dal Veneziano le adesioni del viaggio in Slovenia, con capo delegazione il vice presidente federale Gianni Cenzi. 

 

“Sono stati giorni impegnativi,  ma anche molto ricchi di emozioni. Dalla visita nelle scuole con gli atleti della Nazionale, alla presenza numerosa alla Kioene Arena, fino ad arrivare a questo viaggio in Slovenia.“

Il gruppo di tifosi italiani a Celje in Slovenia ©foto Marta Magni Images

Piccoli grandi passi per una pallamano, che ha voglia di crescere. E che sta cercando di ridurre il gap tecnico e di cultura, che esiste con gli altri paesi europei: Francia, Svezia, Norvegia, Germania, Croazia, la geografia dell’ handaball in Europa è di altissimo livello.

Time out degli azzurri – ©rdosport

“Le qualificazioni ai Mondiali diventano per noi sempre molto complicate , ma intanto ci siamo. L’Italia  inizia a farsi rispettare. Abbiamo fatto tanti passi in avanti negli ultimi cinque anni.“  Il vice presidente federale Gianni Cenzi esprime tutto il suo orgoglio per la pallamano italiana. E ne ha ben donde. L’Italia di Padova ha fatto paura agli amici sloveni, che hanno fatto capire nelle dichiarazioni pre match di non volere assolutamente correre alcun rischio contro gli azzurri e di voler continuare senza indugio il loro percorso verso i Mondiali.

Il portiere italiano Ebden impegnato nel match contro la Slovenia a Celje ©foto di Roberto Dell’Olivo

La conferma viene dai primi minuti della sfida di domenica pomeriggio con partenza a mille della Slovenia che nei primi minuti non ha lasciato scampo agli azzurri. Un gol quasi ad ogni azione per gli sloveni che in difesa hanno eretto un vero e proprio muro scardinato solo dal pivot, il capitano Andrea Parisini.

Un gol spettacolare del capitano Parisini ©foto di Roberto Dell’Olivo

“Usciamo a testa altissima da questo doppio confrontoafferma il capitano azzurro sul parquet di Celjetutto ci servirà quanto ad esperienza. Il nostro obiettivo vero sono comunque le qualificazioni ai prossimi campionati europei.  A novembre dobbiamo farci trovare pronti. Ma stiamo crescendo e dobbiamo iniziare a vincere con questo tipo di nazioni. con tutto il rispetto per Lettonia e  Lussemburgo.“

Andrea Parisini nel pre partita di Slovenia Italia ©foto di Roberto Dell’olivo

Resta un po’ di rammarico per questa doppia sfida persa ?

“Ci credevamo, purtroppo siamo partiti un po’ col freno a mano tirato, abbiamo subito un break di sei gol, ma alla fine del primo tempo potevamo chiudere distanti di solo due reti. Anche nel secondo tempo loro colono partiti a mille e poi abbiamo iniziato a giocare alla pari, ma non siamo mai riusciti a fare quel passo in avanti, arrivare almeno a meno 2, che avrebbe voluto dire mettere farli giocare meno tranquilli con maggiore pressione. Ma a dieci minuti dalla fine c’era comunque ancora partita,. Poi abbiamo mollato, siamo comunque contenti.

Andrea Parisini, match winner della gara di ritorno tra Slovenia e Italia. Sette reti per lui così come lo sloveno  Dean Bombac. ©foto di Roberto Dell’Olivo

Andrea ha poi quelle attenzioni che contraddistinguono un capitano.

“Voglio ringraziare tutti i nostri tifosi , in particolare quelli che sono venuti a seguirci fino a qui. È un bel segnale, vuol dire che il movimento italiano crede in noi. Solo così, tutti insieme, possiamo farcela.“

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