Rublev e Vesely da Dubai: no war please
No War, please. Da Dubai il mondo del tennis esprime il suo disappunto a quanto sta accadendo in Ucraina. Il russo Rublev prima, il ceco Vesely poi lo scrivono sulla telecamera alla fine delle loro semifinali. Io mi limito a segnalare un dato statistico emblematico nel palmares di questo torneo, che compie quest’anno i suoi trent’anni di vita: nel 2011 il tabellone del doppio fu vinto dall’ucraino Sergiy Stakhovsky e dal russo Mikhail Youzhny. Ciò che la vita e lo sport unisce la politica vuole distruggere.
Intanto siamo arrivati all’atto finale. Ed è andata esattamente come avevamo finito di scrivere giusto ieri. Ovvero ci siamo dimenticati un’altra volta di Vesely. Il ceco continua a stupire tutti, ma semplicemente gioca come avrebbe dovuto sempre fare, vista la sua mole imponente, grande ma fragile al tempo stesso. E quanta emozione nelle sue parole di fine partita. “Un sogno essere tornato tra i primi cento giocatori del mondo. Ora posso continuare a giocare il mio sport preferito. “
La prossima settimana Vesely si era iscritto al challenger di Gran Canaria, gestito dall’ entourage dell’ italiano Marcello Marchesini, con fotografo ufficiale Marta Magni che saluto. Ma ora con questa nuova classifica sono probabili immediati cambi di programmazione per Jiri, che intanto pensa solo alla finale di oggi. “Voglio divertirmi, giocherò senza pressione “.
E come dargli torto, questa per lui è già una favola a lieto fine, qualunque sia il risultato del match contro il russo Andrej Rublev. Che piano piano sta migliorando il suo gioco, dopo le prime apparizioni un po’ imbarazzanti. Hurcacz non era per niente facile da eliminare. Rublev questa volta è stato davvero bravo a non mollare una volta perso il primo set a rispondere il meglio che poteva ai siluri polacchi in battuta, togliendo alla fine un po’ di sicurezza dell’avversario.
Impresa che non è riuscita a Shapovalov. Il nervosismo in campo di Rublev è più centrato di quello del canadese, che sembra a volte più un videogiochi in tilt, che un tennista. Prima di battere, in velocità segue lo “stile Isner “, con due palline fatte passare sotto le gambe da dietro. E poi, quasi ad ogni punto, ancora prima di averlo finito, ecco il classico movimento alla Braccio di Ferro. Si aggiungano poi movimenti personalizzati in battuta, che sono quelli di sempre, e che spezzerebbero la schiena a chiunque; un gioco spettacolare ma anche pieno di errori.
Alle diciannove ore locali ecco l’inedita finale, con lo stadio che parteggerà, c’è da credere, in buona parte per Vesely, che vuole però continuare a riscrivere la storia del suo tennis. Ma il nome di Rublev nel palmares del Dubay Duty Free Championship piacerebbe molto di più, sarebbe il secondo russo consecutivo a vincere, dopo Karatsev nella scorsa edizione. Jiri Vesely potrebbe essere invece il primo ceco dopo le due finali di Berdych perse nel 2013 e 2014 da Federer e Djokovic. Ma attenzione la prima edizione, nel 1993 fu vinta dal suo connazionale, Karel Novacek.