A tu per tu con Massimo Sartori (video intervista esclusiva)
E’ un vero piacere ospitare nel nostro sito Massimo Sartori, coach storico di Andreas Seppi, attualmente insieme anche a Marco Cecchinato. Sempre molto disponibile a scambiare qualche chiacchiera riguardo al mondo del tennis, in qualunque parte del mondo ci si trovi. A Melbourne come a Dubai o al Roland Garros, così come direttamente nei campi del circolo di Seppi a Caldaro.
“Sto diventando vecchio ormai, largo ai giovani. Io preferisco restare a Vicenza” – esordisce così Sartori che ha creato la sua Accademia denominata “Horizon” con l’obiettivo di fare crescere al tempo stesso i giovani allenatori ed i giocatori, creando un percorso che li porti a potersi cimentare un giorno nel circuito maggiore.
“E poi non è così bello muoversi in questi tempi di pandemia. Davvero è meglio che qualcuno mi dia il cambio. Pensare di andare avanti così con tamponi, bolle eccetera è davvero troppo impegnativo. Forse uno più giovane si può adattare meglio di me,
Mi sento un po’ come Tomas Muster (l’ex numero uno austriaco) che nel suo ultimo torneo giocato a Vienna all’età di 54 anni dichiarò ” Mia mamma ha detto che è meglio che me ne ritorno casa.”
La recente quarantena australiana sembra avere un po’ segnato l’umore di Massimo
“E’ stata anche quella un’esperienza, ma al tempo stesso sono 14 giorni in meno della tua vita. Fermi in un albergo. Ormai sono troppo anziano per queste cose.”
Certo che mollare tutto nel momento in cui il tennis italiano ha svoltato e si prepara a grandi successi sarebbe un vero peccato.
“In effetti è la prima volta che l’Italia vive un momento così bello, Sta arrivando il tempo per vincere di nuovo una Coppa Davis, ci sono davvero tutti i presupposti perché possa accadere anche a brevissimo. Ma mi piace sottolineare come tutto quello che sta succedendo oggi è frutto di un lavoro lungo anni. E che parte dall’ ERA SEPPI. Con Andreas abbiamo aperto un capitolo nuovo per il nostro tennis. Da lì è incominciata la formazione di tanti nuovi allenatori e ragazzi. Niente avviene per caso. E se continuiamo così si può ancora migliorare. Ci siamo garantiti almeno una decina di anni di un futuro incredibile per l’Italia.”
Ed ecco però ritornare un po’ scherzosamente il concetto dell’età che avanza per Massimo.
“Io comunque presto me ne andrò in pensione.” Magari ci andrà più facilmente prima Andreas. Ribattiamo in qualche modo.
“La carriera di Seppi è una delle più belle e importanti dell italia del tennis. Per 14 anni consecutivi è rimasto tra i primi 100 del mondo.E lo è ancora peraltro vincendo anche il challenger di Biella ad inizio anno. Non ha patito grossi infortuni è un vero professionista. Adesso si sta curando come sempre in questo periodo all’anca, con delle infiltrazioni per poi tornare ancora nel circuito.”
LE VITTORIE DI SEPPI CONTRO I NUMERI UNO
“Tieni presente che ha battuto tutti i più forti – sottolinea giustamente Sartori – Roger Federer (a Melbourne nel 2015, ndr) , Rafa Nadal (a Rotterdam nel 2008, ndr) e con Novak Djokovic ci è andato molto vicino al Roland Garros, Un match valido per la qualificazione ai quarti di finale dell’edizione 2012, in cui Andreas era avanti 2 set a 0, con Nole ad un passo dalla sconfitta. Sono davvero contento di tutto quello che abbiamo fatto insieme con Andreas. L’ ho visto crescere, sposarsi e diventare anche papà. Un esempio per tutti a 360 gradi.”
E Dopo Seppi ecco un altro altoatesino, Jannik Sinner, ma l’ hai scoperto direttamente sulle piste da sci ?
“In realtà un amico mi ha detto che c’era un giovane che dovevo vedere a tutti i costi. Era l’anno 2014 e mi trovavo ad Ortisei. Il piccolo Jannick aveva una bella armonia e nel muoversi in campo. Sulla tecnica c’era tutto ancora da fare.”
Ma un grande coach riconosce un campione in pochi istanti.
“Ci vuole anche un po’ di fortuna oltre ad un esperienza maturata in tanti anni di lavoro. Con Seppi ho iniziato al lavorare che aveva 11 anni, la Knapp ne aveva 14, mentre Marco Cecchinato è venuto la prima volta a Caldaro a 17 anni. E Sinner non aveva ancora 14 anni e stava finendo le scuole medie, che già si intuiva il suo possibile percorso.”
Di storie da raccontare Sartori ne avrebbe davvero tante, ma per il momento ci accontentiamo, tanto a sentire lui presto andrà in pensione e allora potrà aprire definitivamente il libro dei ricordi. Anche se l’Italia del tennis ha ancora bisogno di un coach così preparato
“Mi dissocio da questa affermazione – conclude con un sorriso Coach Sarori – Io conto di andare in pensione il prima possibile.”